Una mattina di sole dopo tante ore di maltempo, strade quasi asciutte e transenne che, abbastanza inspiegabilmente, bloccano ancora il traffico in via Italia a Pirri. E un’allerta arancione che ha ragione di esistere, ancora, solo per precauzione. C’è il sole, il cielo è leggermente velato e gli umori dei commercianti sono neri, nerissimi. Aver sbarrato la strada diciassette ore in più rispetto al previsto fa infuriare tutti. E di operai, inoltre, nemmeno l’ombra. Alessandro Cocco ha un negozio di abbigliamento all’inizio di via Italia e da due giorni le uniche sue compagne sono le transenne: “Un dramma, ho avuto un cliente in due giorni e oggi non ha senso chiudere la strada. Qui non cambia mai nulla, lo so che il Comune vuole tagliare gli alberi, non so se serva ma basta che risolvano questa situazione una volta per tutte. Lavorare così è un incubo, un delirio”, sostiene Cocco.
Poco più avanti, sul lato opposto di via Italia, Salvatore Locci, titolare di un negozio di strumenti musicali, vive un doppio dramma. Quello del maltempo e quello della burocrazia folle del Comune: “Accanto alla mia attività è crollata una casa che è mia e che voglio abbattere e ricostruire. Il Comune mi ha detto di no, sostenendo che si tratti di una cassa storica. Poi, invece, hanno scoperto che ai era trattato di un errore della cartografia”. Quindi, quel rudere può essere abbattuto. E invece no: “Nonostante l’errore non posso fare nessun intervento. Il maltempo? Ci sono abituato, domenica mattina presto ho protetto gli ingressi del mio negozio perché avevo visto le previsioni del tempo”.










