“A Cagliari gamberoni a 80 euro e pesci tra 25 e 30 euro al chilo: i prezzi? Non li facciamo noi”

La difesa dei boxisti del mercato civico di San Benedetto dopo le polemiche legate ai prezzi nella settimana di Natale. Massimo Ruggiu: “Rialzi più che normali, i pescherecci stanno pescando meno. Il polpo da insalata è a 18 euro al chilo, quello normale tre euro in meno: non siamo furbetti”


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“Non siamo furbetti, non abbiamo colpe”. I boxisti del mercato civico di San Benedetto si difendono, dopo le polemiche delle ultime ore legate ai prezzi del pesce, in aumento proprio nella settimana che sfocia nel weekend di Natale. Gamberoni e vari pesci di mare “d’oro”, almeno stando ai cartelli esposti sui banchi. E pienamente confermati da Massimo Ruggiu, pescivendolo e presidente del comitato dei boxisti dello storico mercato cagliaritano: “I gamberoni freschi costano anche 80 euro al chilo, il polpo ha subìto un rialzo nelle ultime settimane, è più che normale. Non decidiamo noi i prezzi, ma sono già decisi quando sbarca il prodotto, il nostro margine è sempre quello. I pesci di mare che superano il chilo, come dentice o sarago, può costare anche trenta euro, costa così tutto l’anno”, sostiene Ruggiu. E l’aumento dei gamberoni di prima scelta sarebbe legato “al fatto che i pescatori possono pescarne molti di meno, vanno a tante miglia di distanza dalla terraferma e son costretti a farli pagare di più. Mi sono rifiutato di comprarli, altri colleghi no perchè ci sono clienti che si possono permettere determinate cifre”.
“Il polpo da insalata, sabato scorso, costava 18 euro al chilo, l’altro invece quindici euro”. Ruggiu è sicuro: “Ai clienti dico che devono fare gli acquisti un po’ prima, non sempre all’ultimo momento, è normale a Natale”. Insomma, rimandate ai vari mittenti le accuse di furbizia: “È chiaro che se uno chiede gli articoli non di Natale come polpo o gambero i prezzi sono quelli. Noi stiamo lavorando male, tra cantieri nelle strade attorno al mercato e la gente spaventata dalla pandemia, ma cerchiamo di offrire sempre prodotti di qualità”. Per chi se li può permettere, naturalmente. E non sembrano essere in tanti, nel secondo Natale segnato da aumenti e Covid.


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