Franklin Delano Roosevelt è stato il 32esimo presidente degli Stati Uniti d’America, è passato alla storia per essere l’unico eletto per più di due mandati consecutivi. I più attenti, ma pure i meno attenti, mi faranno notare che il soggetto in questione non c’entra un bel niente con un Cagliari che vede il baratro della B avvicinarsi ineluttabilmente.
Eppure oggi voglio parlare di Roosevelt, e vi dico anche che quando divenne presidente lui era il 4 marzo del 1933 e gli Stati Uniti stavano vivendo ancora gli effetti della più grande crisi economica della storia, quella del ’29.
Quest’uomo fu in grado, in pochissimo tempo, di risollevare le sorti di un’intera nazione, facendole superare la depressione e confermandola come una superpotenza economica mondiale.
Il Cagliari è in crisi, si sa. L’Atalanta è lontana, e di conseguenza anche la permanenza in A. Ma c’è chi ancora, nonostante tutto, ci crede. C’è chi vuole risollevarsi, rinascere dalle ceneri, ricostruire mattone su mattone il castello e salire sulla torre, ancora una volta. I rossoblù dovranno disputare dieci finali, dieci partite per dimostrare ancora una volta quanto valgano questi colori, per dimostrare che la Sardegna sta lì, in A, e non se ne vuole andare.
Dieci finali in cui Zeman dovrà diventare il Roosevelt di noi altri, dovrà prendere il Cagliari e portarlo fuori dalla crisi, in pochissimo tempo, proprio come fece Franklin.
Perché c’è chi ha smesso di sperare, ma c’è chi non lo farà mai. Perché è vero, oggi la salvezza sarebbe un miracolo, ed è obiettivamente un miraggio, un sogno.










