Scontro sulla sanità sarda: Claudia Zuncheddu attacca la De Francisci

Mancato confronto in aula sul progetto “Ritornare a casa”, polemica a distanza


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“Ancora una volta l’Assessora De Francisci sceglie di non rispondere, disertando l’odierna seduta del Consiglio regionale e lasciando di fatto irrisolta una grave questione che affligge i sardi in difficoltà, quelli non autosufficienti e con gravi patologie degenerative”. Lo ha affermato la consigliera regionale indipendentista di Sardigna Libera, Claudia Zuncheddu, commentando l’assenza dell’Assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci in Consiglio regionale. In Aula si sarebbe infatti dovuta discutere l’interpellanza, presentata dalla stessa Zuncheddu, sul programma regionale “Ritornare a casa”.

 

«Il programma “Ritornare a casa” – afferma Zuncheddu – si rivolge ai soggetti con deterioramento cognitivo, gravi patologie degenerative o nella fase terminale della loro vita e consente di elaborare un piano personalizzato per la domiciliarizzazione dell’assistenza. Il piano deve essere elaborato dalla ASL in collaborazione con il medico di famiglia e uno specialista liberamente scelto dal paziente che attesti, attraverso il punteggio CDRs, il grado di severità della malattia».

«Fino al 2008 – spiega Zuncheddu – si poteva accedere al programma con un punteggio CDRs almeno pari a 3. Dal 2009 tale punteggio è salito a 5 e, a partire da quest’anno, l’accesso è diventato ancora più restrittivo, dato che le nuove linee guida dell’Assessorato impongono che i punteggi vengano assegnati “da uno specialista di struttura pubblica o convenzionata”».

«Questo “escamotage” – continua Zuncheddu – comporterà l’esclusione di centinaia di aventi diritto non per mancanza dei requisiti richiesti, ma a causa delle lunghe liste d’attesa della sanità pubblica. Per fare qualche esempio, nel solo distretto di Alghero l’unità di valutazione alzheimer o il sevizio specialistico ambulatoriale non sono in grado di evadere le numerose richieste di visita neurologica entro i tempi previsti dal programma. Tutto questo a causa di liste d’attesa che possono raggiungere anche i sei-otto mesi».

 

«In assessorato conoscono perfettamente il problema delle lunghe liste d’attesa: per questo le nuove linee guida sembrano essere subdolamente finalizzate all’esclusione, piuttosto che alla inclusione, dei soggetti beneficiari. Al danno si aggiunge poi anche la beffa: i medici che operano come specialisti convenzionati per la ASL non possono rilasciare le certificazioni se non al di fuori dell’orario di servizio, in regime libero-professionale, e quindi dietro pagamento».

 

«Se questa mattina l’Assessora De Francisci fosse stata presente in Aula – conclude Zuncheddu – le avremmo certamente chiesto di tornare sui suoi passi e di procedere ad una rivisitazione delle linee guida, ripristinando lo status quo ante: si tratta di garantire il diritto alla salute dei soggetti più fragili. Un diritto che non può essere calpestato dalla burocrazia regionale».


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