Sant’Antioco, gli ecologisti chiedono il divieto di caccia a Su Pranu

La richiesta al Comune, all’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente al Ministero dell’Ambiente


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Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Lega per l’Abolizione della Caccia e Amici della Terra hanno inoltrato oggi 1 ottobre 2013 una richiesta urgente di adozione di provvedimenti di divieto di caccia per la zona di Su Pranu, nel Comune di S. Antioco, campagne dove sono presenti numerose residenze private e aziende agricole, letteralmente invase da cacciatori nelle giornate di caccia.

Sono stati interessati il Ministero dell’ambiente, l’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente, il Comune di S. Antioco, la Gestione commissariale dell’ex Provincia Carbonia – Iglesias, informata anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.

“Negli anni scorsi l’area in argomento era chiusa alla caccia per ripopolamento (dal 2004), tuttavia, inspiegabilmente, dal settembre 2013 è nuovamente aperta alla caccia con il risultato di ritrovarsi spari e cacciatori fin nel giardino di casa.

Infatti, sostanzialmente le campagne di Su Pranu non prevedono – per la presenza di residenze, luoghi di lavoro e viabilità – alcuna possibilità lecita di caccia e Il divieto di caccia, comunque, è ben presente in ogni caso, vista la presenza di residenze e strade (artt. 21, comma 1°, lettera f, della legge n. 157/1992 e s.m.i. e 61, comma 1°, lettera f, della legge regionale n. 23/1998 e s.m.i.).

Nelle more dell’adozione di un provvedimento di divieto definitivo di caccia, è stata chiesta l’emanazione di un’ordinanza sindacale contingibile e urgente (art. 54 del decreto legislativo n. 267/2000 e s.m.i.) comportante il divieto di caccia per la zona interessata, in analogia con quanto opportunamente fatto nel contiguo Comune di Calasetta (zona Mercureddu – Spiaggia Grande) a fine agosto 2013, con un’iniziativa molto apprezzata da residenti e turisti”.

“La sicurezza dei cittadini -. concludono gli ecologisti – è ben più importante dell’interesse dei cacciatori a sparacchiare qui e là”.