Cagliari candidata a capitale della Cultura. Ma con i monumenti chiusi

L’appello di Stefano Deliperi: ecco come non perdere questa grande occasione


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Cagliari è candidata a esser capitale europea della Cultura nell’anno 2019. Ma ha i suoi monumenti chiusi, le sue bellezze tenute col lucchetto, non ha ancora stabilito regole precise sull’urbanistica e sullo sviluppo della città. Anche in pozzi senza fondo come Molentargius, dove proprio in queste ore esplodono le polemiche del dopo alluvione. Ma Stefano Deliperi, presidente del Gruppo di Intervento Giuridico, traccia le linee da seguire per non perdere questa occasione: “Non si tratta di una delle buffonate coniate nei lustri passati, tipo Cagliari capitale del Mediterraneo, slogan tanto cari alle vecchie maggioranze di centro-destra cittadine quanto vuoti e inutili. Si tratta di una cosa molto seria e importante. Le capitali europee della Cultura, due per ogni anno, sono città designate dall’Unione europea, che hanno la possibilità di mettere in mostra la loro realtà e le valenze storico-culturali e ambientali, con una fortissima visibilità internazionale. Beneficiano, inoltre, di cospicui fondi comunitari provenienti dal programma cultura 2000. In base al meccanismo procedurale stabilito dal Parlamento europeo e del Consiglio europeo (Decisione 1622/2006/CE), nel 2019 saranno una città italiana e una bulgara ad avere il titolo di “capitale europea della Cultura”.

Cagliari è candidata insieme ad altre 19 città italiane (L’Aquila, Matera, Perugia-Assisi, Mantova, Palermo, Torino, Urbino, Siena, Ravenna, Catanzaro, Caserta, Aosta, Pisa, Urbino, Siracusa, Lecce, Bergamo, Amalfi, Venezia e Taranto). A designare la “capitale” sara’ una commissione di 13 membri (sei nominati dal Governo e sette dalla Commissione europea. Due le tappe principali: la pre-selezione che individuera’ una lista il 20 settembre 2013, mentre la selezione finale avverra’ nell’autunno del 2014 e nel 2015 vi sarà la nomina ufficiale. Gli ambientalisti indicano dunque la strada giusta da seguire: “Se Cagliari vorrà raggiungere il proprio obiettivo dovrà far tesoro della Guida per le Città candidate al titolo di “Capitale europea della Cultura”. Ma il fulcro fondamentale risiede nel rapporto fra i cittadini e la propria città: se Cagliari vuol essere “capitale della cultura”, devono essere in primo luogo i Cagliaritani a sentirlo, a volerlo. In poche parole, i Cagliaritani devono sentire propria, vivibile, la Città, i suoi monumenti, le sue chiese, i suoi luoghi dell’arte, i tanti luoghi della natura e del paesaggio. Se i tanti monumenti aperti nei due-giorni-due di Cagliari Monumenti Aperti fossero fruibili tutto l’anno, come nelle intenzioni dei primi organizzatori (1997), oggi Cagliari vincerebbe la nomination a mani basse”.

Ma cosa c’è ancora da fare e che ancora è a punto zero? Deliperi insiste: “C’è da risolvere una volta per tutte i problemi urbanistici relativi all’applicazione delle normative di tutela paesaggistica e all’apertura del parco per il Colle di Tuvixeddu, sede della più importante area archeologica sepolcrale punico-romana del Mediterraneo, ma c’è anche da aprire continuativamente la Villa di Tigellio, importante esempio di ambiente urbano romano e restituire allo stato originario l’Anfiteatro romano, ammorbato da troppi anni dalla nota legnaia in via di smantellamento.

Devono essere ripulite e rese visitabili in sicurezza – anche con l’ausilio di telecamere contro maleducati e vandali – le tombe romane della necropoli di Bonaria, spesso utilizzate quali bidoni dell’aliga, così come devono quantomeno sparire una volta per tutte le illegittime transenne della protezione incivile dalla partenza del sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo, recentemente alla ribalta nazionale come autentica escursione fra storia e natura della Città.

Così le zone umide di Santa Gilla e del Molentargius-Saline, veri e propri gioielli naturalistici del Mediterraneo, dovranno essere autentiche aree naturali protette e – soprattutto Molentargius-Saline – essere correttamente gestite e fruibili per cittadini e turisti e non quel pozzo senza fondo  per le casse pubbliche e con scarsi risultati. Venerdi 30 agosto 2013 presso l’Assessorato alla cultura del Comune di Cagliari si è tenuta una riunione di presentazione con le varie associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Italia Nostra, WWF, Legambiente, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus): gli Amici della Terra e il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – così come hanno numerose volte segnalato alle amministrazioni pubbliche competenti discariche abusive e gli ostacoli alla fruizione di beni ambientali e culturali – hanno dato il loro pieno appoggio e disponibilità al Comune di Cagliari per sostenere nelle forme più opportune il percorso per raggiungere l’importante obiettivo della designazione di Cagliari quale capitale europea della Cultura per il 2019. Cagliari e i Cagliaritani possono farcela e, in ogni caso, rendere la Città migliore”.