I seicento euro di bonus pensati dal Governo Conte per le partite Iva e i lavoratori autonomi? Sono pur sempre soldi ma, a detta di più di un commerciante, sono insufficienti: le casse di molti negozi sono semivuote già da qualche settimana, e con la serrata prolungata sino, almeno, al prossimo tre aprile, fioccano solo spese. Pierandrea Carta, storico gioielliere cagliaritano di via Garibaldi, sbuffa: “Seicento euro non sono niente, è da metà febbraio che i miei incassi sono quasi a zero. Non c’è gente in giro, forse qualcuno tornerà ad uscire dal quattro aprile, ma temo che i tempi si allungheranno”, afferma. “Quand’è che torneremo alla normalità? Impossibile dirlo. So solo che è dura per tutti”. Tra incassi mancati e fornitori da pagare, la lista delle uscite è bella corposa: “Il bonus minimo, per noi, sarebbe dovuto essere di almeno mille euro”.
“Chi come me è una partita Iva vive solo grazie alle vendite. Se non vendo, non guadagno, è semplice”, osserva Carta, “per fortuna gestisco da solo la gioielleria e, solo occasionalmente, assumo qualche aiutante. Non penso che le banche, per esempio, possano aiutarci a superare questa situazione drammatica, anzi: più si va avanti più, quando l’emergenza sarà finita, potrebbero esserci tanti disoccupati in più”.








