Sono tanti, tantissimi, la loro voce ha urlato tutta la rabbia che da settimane tengono dentro, per rispetto di quella “stellina” che non siede più tra i banchi di classe perché investita sulle strisce pedonali a pochi passi dal liceo Alberti, in viale Colombo, dove studiava con impegno e passione. Aveva solo 17 anni, e la sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile, infinito, che ha scalfito l’animo e il cuore di quei ragazzi che, dalle risate dentro e fuori la scuola, hanno dovuto imparare a dover fare i conti con la vita dei “grandi”. Un ritrovo nel cortile della scuola due giorni dopo il triste epilogo, era il 25 novembre quando si sono radunati per affrontare il lutto, quel passaggio immenso. Per rispetto di Beatrice sono stati in silenzio, hanno ricordato e salutato la loro compagna, amica. Composti e con la voce rotta dalle lacrime. Oggi no, questa mattina è giunta l’ora di gridare e farsi sentire, perché non dimenticano e vogliono che sia garantita la sicurezza stradale. Passaggi pedonali sicuri, dove attraversare senza essere investiti, “andare a scuola senza morire”. Chiedono alle istituzioni un intervento urgente, non più prorogabile. Nastrini colorati appesi ai pali a ridosso delle strisce pedonali sventolano già ovunque, ma non basta. Servono azioni mirate e precise, dissuasori di velocità, semafori pedonali o qualsiasi altro utile sistema per evitare che la mattanza dei pedoni prosegua. Al corteo non solo studenti, anche molti adulti hanno affiancato la loro battaglia. E i ragazzi dell’Alberti non sono rimasti soli, con loro anche i colleghi degli altri istituti. Tutti insieme, uniti, con in mano gli striscioni e nel cuore la fermezza di non arrendersi sino a quando la loro voce non sarà ascoltata.