Violazione diritti umani in Turchia: rettore porterà il tema in senato

Il Rettore dell’Università di Cagliari porterà all’attenzione del Senato accademico già dalla prossima riunione il tema della violazione dei diritti umani in Turchia


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Il Rettore dell’Università di Cagliari porterà all’attenzione del Senato accademico già dalla prossima riunione il tema della violazione dei diritti umani in Turchia: sulla vicenda la prof.ssa Maria Del Zompo chiederà con la massima determinazione anche il coinvolgimento della Conferenza dei Rettori degli atenei italiani (CRUI). Lo ha detto ieri pomeriggio il prof. Gianmario Demuro, docente ordinario di Diritto costituzionale della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche dell’università del capoluogo sardo portando i saluti del Rettore al convegno organizzato dai Giuristi democratici, dall’associazione “Area” e dall’Ordine degli Avvocati nell’aula magna del Palazzo di Giustizia di Cagliari.

“Occorre continuare a costruire le basi della democrazia – ha proseguito il costituzionalista – Per questo non deve mai interrompersi il dialogo sui diritti umani tra le Corti costituzionali dei Paesi europei e tra le nostri Corti e gli organismi europei e la Corte suprema americana. L’elemento da garantire, la tutela dei diritti umani, è scritto nelle Costituzioni del nostro continente: ora, soprattutto in questo momento storico, serve un modello mondiale di tutela dei diritti umani fondamentali. Una comunità giuridica deve basarsi sulla tutela della dignità umana: senza questa non può esistere nessuno stato di diritto”. D’accordo con il professore si è detto, nel corso del suo intervento, anche Michele Incani, magistrato Sostituto Procura generale presso la Corte d’Appello di Cagliari.

Ordine degli avvocati, Ordine dei giornalisti, magistratura associata hanno dialogato con l’Università per rompere il muro di silenzio intorno al dramma turco e altre tristi vicende di cronaca, anche interna. “Secondo Amnesty international in più della metà dei Paesi del mondo si pratica ancora la tortura – ha ammonito senza mezzi termini Leonardo Filippi, docente di Procedura penale all’Università di Cagliari – Anche nel nostro Paese il disegno di legge che lo voleva introdurre è naufragato in Parlamento. Oggi fatti gravi come i casi Cucchi e Aldovrandi o la vicenda della Caserma Diaz vengono giudicati con titoli di reato non adeguati, con il rischio di pene lievi per i riconosciuti colpevoli o, peggio, della prescrizione. Ma che Paese è quello in cui la maggioranza della classe politica non riesce a introdurre questo reato?”.


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