Sono tornati ieri nei loro terreni dove tanti alberi erano accuditi quasi come dei figli: conoscevano ogni pianta, erano belle, rigogliose e con i frutti attaccati ai rami. Ora più niente c’è e le immagini della devastazione, condivise sui social, sono diventate il dolore di tutti. Lacrime copiose che cadono dagli occhi di chi non conosce festività, giorni liberi, di chi lavora giorno e notte e che, in poche ore, ha visto andare in fumo tutto, senza possibilità di tornare indietro.
“Mi chiamo Margherita, sono un’agricoltrice sarda. Come tanti altri agricoltori e allevatori del mio paese, Villacidro, ho subito un incendio che ha colpito non solo la nostra comunità ma anche i comuni vicini” si legge nella pagina “Comitatao Nebidedda Villacidro”.
“Il danno che ho subito riguarda un pescheto. Ieri è stata una giornata infernale: il fuoco ha invaso la mia terra, ma io non ho potuto restare accanto ai miei alberi e ai miei frutti mentre venivano travolti da quelle lingue di fuoco maledette.
Oggi sono potuta tornare, insieme a mio marito, per fare la conta dei danni. Lui, uomo forte, concreto, abituato a vivere la campagna ogni giorno, cercava di rassicurarmi: “Non è così grave”, diceva. Ma lo conosco bene, so che cercava solo di proteggermi, di caricarsi sulle spalle un dolore che è anche il mio.
Ho preso coraggio. Sono scesa dalla macchina con il telefono in mano per documentare tutto. Ho camminato tra i filari, filmando albero dopo albero, frutto dopo frutto. Il fuoco ha accarezzato tutto con mani roventi, lasciando solo cenere e silenzio.
Camminavo, filmavo… e piangevo. Piangevo senza riuscire a fermarmi. Ho provato sconforto, rabbia, impotenza. Ma anche tenerezza per mio marito, che avrebbe voluto evitarmi tutto questo dolore.
Sì, avrei potuto maledire chi ha causato tutto questo. Ma i criminali sono criminali: di umano hanno ben poco, e non voglio sprecare un solo secondo della mia vita per pensare a loro.
Invece voglio porre delle domande alla classe politica che governa la mia regione: Perché ogni anno si ripetono gli stessi errori?
Perché non si investono risorse nella prevenzione del territorio?
Forse per voi l’ambiente, l’agricoltura, l’allevamento, la tutela dei boschi e la rigenerazione delle foreste non sono priorità?
Smettetela di trattare Madre Natura come se fosse un disturbo. Senza di lei, la vita non esisterebbe. Investite in risorse, uomini, mezzi, formazione. La natura saprà ringraziarci con benessere, lavoro, prosperità. Noi operatori agricoli siamo stanchi. Ci sentiamo abbandonati, messi alla prova da eventi che sembrano le piaghe d’Egitto. Ma noi non abbiamo nulla da espiare: lavoriamo onestamente, amiamo la nostra terra, la custodiamo ogni giorno con cura e sacrificio.
Non siamo bravi solo a produrre cibo. Siamo anche capaci di dare consigli, di osservare, di segnalare. Viviamo il territorio, lo tuteliamo, lo vigiliamo davvero.
Noi siamo qui. La domanda è: voi dove siete?”.
Oggi il territorio di Villacidro, verde, rigoglioso, si presenta come una immensa distesa nera. “È difficile spiegare lo stato d’animo che si prova nel vedere cosa sia capace di fare la mano dell’uomo” spiega l’assessore Marco Erbì. “Una distesa di cenere da oltre cinquecento ettari ci accompagnerà per il prossimo decennio. Un doveroso grazie va a tutte le forze in campo che hanno consentito di limitare i danni e di salvare aziende e famiglie”.












