Il Consiglio metropolitano ha approvato il regolamento che disciplina l’attività di videosorveglianza effettuata dalla Città Metropolitana di Cagliari nell’ambito del proprio territorio e il trattamento dei dati e delle immagini ad essa correlati.
“Il regolamento sulla videosorveglianza era atteso da tempo e consentirà ora alla Città Metropolitana di dotarsi di mezzi propri per garantire in modo più stringente la tutela del territorio, in particolare dal punto di vista ambientale”, spiega il sindaco metropolitano Paolo Truzzu.
La videosorveglianza raccoglie esclusivamente i dati strettamente necessari per il raggiungimento delle finalità perseguite, che includono la tutela della sicurezza urbana e pubblica, del patrimonio metropolitano, dell’ambiente, della protezione civile e sanità pubblica, della sicurezza stradale e la prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o l’esecuzione di sanzioni penali.
Con questi obiettivi, l’amministrazione può dotarsi non solo dei tradizionali sistemi fissi ma anche di sistemi mobili, tra cui droni e le cosiddette ‘fototrappole’, utilizzate principalmente per la repressione di illeciti in materia ambientale, come l’abbandono dei rifiuti, le discariche abusive e altri fenomeni di inquinamento.
“Abbiamo già acquisito una dotazione di fototrappole che a breve saranno utilizzate, in collaborazione con i Comuni”, annuncia il consigliere metropolitano delegato agli Affari Generali Damiano Paolucci, che ha presentato il regolamento.
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L’uso dei dati personali non necessita del consenso degli interessati in quanto viene effettuato per lo svolgimento di funzioni istituzionali. Titolare del trattamento dei dati è il sindaco metropolitano, in qualità di rappresentante dell’ente.
Il posizionamento delle telecamere su strade, piazze e aree rurali extraurbane sarà indicato dalla Città Metropolitana di Cagliari attraverso l’affissione di una segnaletica adeguata che sia chiaramente visibile all’utente e includa il simbolo della telecamera, salvo specifiche esigenze di polizia che prevedano l’uso di fototrappole o altri sistemi di videosorveglianza occultati.
L’accesso e l’acquisizione delle immagini della videosorveglianza sono consentiti solo all’autorità giudiziaria e alla polizia giudiziaria. Pertanto non è possibile fornire direttamente ai cittadini copia della immagini, che in caso di un fatto costituente reato possono presentare denuncia alla polizia giudiziaria entro un breve termine dall’accaduto, affinché quest’ultima possa procedere all’accesso.
“La redazione del regolamento – sottolinea il direttore generale della Città Metropolitana Stefano Mameli – è frutto di un grande lavoro concertato tra la Polizia metropolitana e i settori Affari Generali, Viabilità e Patrimonio dell’ente”.











