Polvere d’estate, paludi quando d’inverno piove e i tossici che si bucano in quel budello di strada senza uscita. Poi le prostitute nigeriane, i clienti in macchina e in più, quella zona è totalmente al buio. Spesso gli stessi residenti si sono auto-quotati per acquistare la ghiaia da spargere per terra. Una realtà che da tempo, affligge gli abitanti (almeno una dozzina le famiglie che vi risiedono) che risiedono in una stradina chiusa nei pressi di viale Elmas, via Infante Alfonso, una strada bianca, poco trafficata, ricca di vegetazione naturale, addirittura voci di corridoio rammentano che esiste una sorta di contenzioso tra un provato e l’amministrazione, ma ciò non toglie che sia assurdo vivere in queste condizioni: “Da bambina mi consentiva di giocare in tranquillità e respirare un pò diaria pulita – sostiene una giovane residente – la stessa via che di giorno mi consentiva quel lusso, tuttavia, di notte si trasformava, per via del via vai di prostitute e clienti che, alla ricerca di un luogo appartato, venivano a sporcare l’ambiente e a privarlo del decoro. Negli anni la situazione è peggiorata e, ad oggi, mi ritrovo ad uscire di casa e incappare nella sporcizia lasciata da loro (fazzoletti, profilattici e siringhe usate). Ho di recente contattato il sindaco Massimo Zedda, che ha promesso di occuparsi del problema, ma forse, se ne parlaste anche voi, qualcosa si potrebbe smuovere. Inizio ad aver addirittura paura di tornare a casa la notte e dover incrociare qualche brutto elemento”.











