Di Paolo Rapeanu
I croceristi la conoscono solo per qualche ora e, tra palazzi antichi e viuzze che “profumano” di storia cagliaritana – quella della Marina – conservano sicuramente un buon ricordo. Ma via Roma, per chi la frequenta ogni giorno, tra una passeggiata, un caffè o un’attività commerciale da portare avanti, assume quel contorno “spettrale” tipico di una strada che non è più catalogabile tra i salotti buoni della città. La sparatoria di due giorni fa – un sardo che ferisce uno straniero del Gambia, fatto mai successo prima – fa ripiombare commercianti e residenti nella paura. Il coro è quasi unanime: “Ormai qui è terra di nessuno”.
“Negli ultimi due anni sono aumentati gli stranieri che gironzolano tra qui e il porto. Non voglio generalizzare, ma ci sono anche delinquenti. Vicino al mio laboratorio c’era una gang di extracomunitari, la sparatoria penso sia legata alla droga. Non mi sento più sicuro, non ho problemi a dirlo”, così uno storico orologiaio. Una signora che, quasi ogni giorno, ha anche via Roma come meta della sua passeggiata, è decisa: “Passo solo sotto i portici perché sono illuminati. La sparatoria? Avranno avuto i loro motivi. I controlli? Non c’è neanche un agente. Paura? ‘Nì’”. Un giovane tabaccaio fa l’elenco delle criticità: “La sparatoria? Se va avanti così non sarà l’ultima. Non mi sento sicuro, a una certa ora c’è il coprifuoco e la strada è terra di nessuno, sono indispensabili poliziotti di quartiere”. Tra i pochi commercianti fuori dal coro degli sos c’è uno degli edicolanti: “Ci sono poliziotti in borghese, io mi sento sicuro in via Roma. I commercianti chiudono alle 20 e il traffico diminuisce. Non ho mai subito nessun furto”.










