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Cedimenti sotto l’asfalto in via Quirra, a Cagliari. A rischio, proprio all’interno dell’area cortilizia, una palazzina al civico 5, dove gli edifici sono stati costruiti negli anni ‘60 per conto del Comune, appartamenti di edilizia popolare dati poi a riscatto agli assegnatari. L’edificio ha urgente bisogno di manutenzione ordinaria, ma tutto è fermo per via di alcuni lavori sotto il manto stradale che riguardano gli scarichi fognari: tra i condomini c’è parecchio disagio perché “il palleggio delle competenze” è tra i privati (i cittadini che appunto abitano in quel palazzo) e appunto l’amministrazione per la messa in sicurezza dell’area. Il consigliere comunale del Gruppo Misto, Alessandro Sorgia a marzo di quest’anno, ha protocollato un’interrogazione al sindaco Massimo Zedda per chiedere spiegazioni sulla intricata vicenda burocratica.
LA POLEMICA. Il 13 gennaio 2016, i Vigili del Fuoco di Cagliari intervenivano sullo stabile perché era stato segnalato un dissesto del manto stradale nel cortile: inizialmente il sopralluogo conferma la stabilità della palazzina, ma viene informata la protezione civile del comune di Cagliari. La relazione protocollata riportava che “le parti di conglomerato cementizio appartenenti ai pilastri portanti inseriti al piano pilotis dello stabile, si fossero distaccate dalle sottostanti armature, esponendo le stesse agli agenti meteo”, intimava lavori urgentissimi e improcrastinabili di messa in sicurezza sottolineando che situazioni anche occulte potessero pregiudicare già lo stato precario dello stabile;
COMUNE E CONDOMINIO. L’amministratore condominiale, durante un’assemblea con gli inqulini, ha deliberato la nomina di un tecnico, l’Ing. Agostino Rombi il quale, in una sua relazione del 15 febbraio 2016, evidenziava che “non vi fossero pericoli di staticità dello stabile, e che inoltre suggeriva di studiare un meccanismo di smaltimento delle acque bianche lungo il perimetro dei pilotis per evitare eventuali ristagni, nonché un esame delle situazioni relative ai cedimenti nell’area cortilizia esterni ai pilotis che potrebbero risultare esse stesse causa di ristagni”. La pendenza dell’area cortilizia, con le radici invasive nell’area a carico dei pozzetti delle acque bianche, la rete fognaria in serie con le palazzine attigue, potrebbero generare ristagni nel sottosuolo e fenomeni di risalita di umidità lungo i pilastri.
DAI BANCHI DEL CONSIGLIO. “Nella comunicazione del 6 febbraio 2017 dell’ufficio Patrimonio del Comune – scrive Sorgia nel documento – si fa riferimento alla risoluzione giuridica dell’area cortilizia, ovvero al trasferimento in proprietà o alla concessione in uso della stessa area a favore del condominio, e si fa presente inoltre che il condominio può provvedere a proprie cure e spese dell’area cortilizia, non tenendo conto che i sottoservizi di quest’area, che potrebbero essere la causa di ristagni e deterioramento dei pilotis, sono in capo al Comune di Cagliari e non al condominio. In data 12 aprile 2016 l’Ing. Roberta Farris del Servizio Patrimonio comunicava via mail all’amministratore condominiale che l’area cortilizia dello stabile è in capo al Comune di Cagliari, mentre il 3 maggio 2016 l’amministratore condominiale richiedeva al comune di Cagliari l’intervento di ripristino presso l’area cortilizia, alla quale il comune di Cagliari rispondeva con comunicazione n° 0027909/2017 del 06/02/2017 a firma della dirigente dott.ssa Francesca Brundu dell’ufficio patrimonio. Ebbene – denuncia Alesandro Sorgia – a distanza di anni dall’eventuale ripristino, si potrebbe ripresentare il medesimo problema se non si eseguisse preventivamente il ripristino dei sottoservizi, vanificando di fatto le eventuali spese sostenute dai condomini, i sottoservizi sono in capo al comune di Cagliari e una loro inadeguata manutenzione potrebbe essere l’origine del deterioramento dei pilastri a causa di fenomeni di risalita di umidità così come relazionato dal tecnico incaricato. Per questo – consclude il consigliere del Gruppo Misto – occorre trovare una soluzione definitiva per evitare che tutti i problemi vengano scaricati sui condomini, soprattutto per le spese da affrontare. Sarebbe infatti opportuno mettere in chiaro che l’area attorno ai pilastri è in capo al Comune, così come la manutenzione e l’adeguamento dei sottoservizi e non al condominio”.