Via Dante resta a senso unico, i commercianti superstiti critici: “Con il doppio senso ci possiamo salvare”

La strada di Cagliari pronta al restyling, tra ciclabili sollevate, aiuole e panchine. Ma niente doppio senso, almeno per il momento: “Con più auto ci sono più movimento e clienti. Siamo una cattedrale nel deserto, la riqualificazione di Truzzu potrebbe non bastare”. GUARDATE le VIDEO INTERVISTE

Nella nuova via Dante a Cagliari il ritorno al doppio senso non è previsto: “È un salto nel buio, prima di prendere una decisione simile devo vedere le simulazioni dei trasportisti. E modificarla significa cambiare la viabilità anche in altre strade”. Il sindaco Paolo Truzzu ha chiuso all’idea di un ritorno al passato, durante la presentazione del restyling milionario della via. E molti negozianti non ci stanno. Andrea Matta ha un negozio di ottica da quattro anni: “,Il progetto non mi convince, ci sono state delle modifiche che non vanno bene per la viabilità. Mettere più parcheggi e fare arrivare la gente da più zone è sicuramente un vantaggio”, dice, “ho chiesto che tornasse il doppio senso perché la gente, per arrivare deve fare un giro enorme. La pista ciclabile? Più è in sicurezza meglio è”. Mario Paini ha una tabaccheria non distante dalla piazza Giovanni XXIII: “Via Dante ha bisogno di un restyling, ma se non si dà una svolta alla circolazione, col doppio senso, resterà una cattedrale nel deserto. Hanno chiuso 52 negozi e ne stanno chiudendo altri quattro”, afferma, “serve uno studio trasportistico serio. Tra 14 mesi chiuderanno altri negozi, poi si vedrà. Il doppio senso porta più auto”.
Carlo Trois, dal 1973, gestisce una gelateria a pochi metri da piazza San Benedetto: “La nuova via Dante sarà sempre meglio di quella attuale, ma se si mettono tavolini e sedie accanto alla pista ciclabile che cosa succederà? Ho anche chiesto se è prevista una barriera. Doppio senso? Sempre stato favorevole, ho conosciuto via Dante così ed era molto meglio”, sostiene. “Il motivo? C’erano parcheggi da una parte e dall’altra, più movimento e la strada era viva. Reggo e continuo a lavorare perché so fare bene il mio lavoro, mi salva soprattutto la mia storia”.