Quaranta negozi chiusi in via Dante e un intero settore del commercio in agonia, in particolare i piccoli negozi. Solo nel primo trimestre di quest’anno, nella provincia di Cagliari, hanno abbassato le serrande 571 negozi, e aperto solo 188. L’allarme viene lanciato dal presidente di Confesercenti per la provincia di Cagliari, Roberto Bolognese, che sottolinea l’importanza di un restyling delle vie dello shopping per un loro rilancio.
Sempre più giovani in fila per un posto da commessa, chiaro segnale che esiste una vera e propria emergenza lavoro. Cosa si potrebbe fare per arginare questo fenomeno?
Purtroppo per quanto riguarda le assunzioni non si può intervenire sulle leggi di mercato. Il problema principale che lamentiamo è la mancanza di un ricambio generazionale nelle nuove imprese. Il fatto che ci siano tanti giovani in fila per un posto da commesso è un dato figlio della crisi, che va di pari passo con il crollo dei cosiddetti negozi di vicinato. Spesso si tende a notare di più i tanti assunti in una singola attività, mentre passa in secondo piano il fatto che i piccoli negozi stanno scomparendo. La zona più colpita è senza dubbio via Dante con 40 negozi chiusi, praticamente uno su due.
Qual è la situazione delle vie dello shopping di Cagliari e del commercio in generale? I negozi continuano a chiudere i battenti?
Nello specifico è il centro storico ad essere in agonia: si lavora molto meno rispetto alle periferie, soprattutto nel settore dell’abbigliamento. Le microattività, i cosiddetti negozi di vicinato, in questo momento sono vittime non solo della crisi, ma anche della presenza di grandi centri commerciali che hanno più visibilità e più attenzioni da parte delle istituzioni. Il nuovo decreto sulle liberalizzazioni và in questa direzione, assolutamente sbagliata, e favorisce solo la grande distribuzione. La domenica i negozi devono rimanere chiusi, salvo qualche deroga in caso di arrivo di navi da crociera. Ma solo in questi casi. I dipendenti e i piccoli imprenditori hanno diritto al riposo.
Cosa pensa del fenomeno della vendita di merci contraffatte? Stanno penalizzando i commercianti del centro? Quale soluzione?
È da anni che ci battiamo contro questo fenomeno. Purtroppo c’è un marcato senso della solidarietà verso queste persone che svolgono attività illegali, senza tener conto di cosa c’è dietro un marchio contraffatto, cioè un reato, lo sfruttamento del lavoro minorile, la malavita organizzata. Oltre alla perdita d’immagine della città, e alla concorrenza sleale verso chi è onesto e paga le tasse. Conosco commercianti esasperati e non escludo che un domani si possa arrivare a gesti estremi, come l’esposizione della merce sui marciapiedi affianco agli extracomunitari. Mi rendo conto che è difficile lavorare sulla repressione del fenomeno, ma si può fare qualcosa sulla prevenzione. Io ho da tempo fatto una proposta: mettere dei cartelli bilingue con su scritto che chi compra merce contraffatta viene perseguito per legge, con multe da 200 a 5 mila euro.
Come si può rilanciare il commercio a Cagliari?
Serve sicuramente una riqualificazione delle vie dello shopping, so che è nei programmi del Comune per i prossimi tre anni, ma noi vogliamo dare un’accelerata. Un restyling della passeggiata, e una pedonalizzazione integrale con lo stop a qualsiasi veicolo, con bambini che possano giocare in libertà e piccoli concerti tutto l’anno. Un centro storico da vivere tra tavolini fuori, panchine, fioriere e tanto shopping. Tutto questo ovviamente deve essere accompagnato dalla realizzazione di parcheggi in prossimità, per i residenti ma anche a pagamento. E un potenziamento del servizio del Ctm, che ha già fatto passi da gigante. La città deve rivolgersi di nuovo verso il mare e il porto può essere uno dei nostri punti di forza, perché i turisti sono nuovi potenziali clienti.












