Tour tra i resti del Dc9 caduto a Capoterra, dove si ferma il fiato

Una gita organizzata sui monti di Capoterra per una domenica particolare: tra qualche mese i resti dell’aereo caduto 34 anni fa potrebbero essere rimossi

Si sono dati appuntamento questa mattina alle 8,30, davanti alla chiesa di Su Loi, gli utenti dei gruppi facebook “InfoCaputerra” e “Amici di Sardegna”, alla volta di un’escursione sui monti che uniscono Capoterra a Sarroch. Su una di queste punte, Conca de Oru, trentaquattro anni fa un aereo Dc9 in volo da Alghero verso Cagliari si schiantò mentre si accingeva a completare le manovre di avvicinamento all’aeroporto di Elmas. Una tragedia costata ben trentuno morti, ventisette passeggeri e quattro membri del personale di bordo; sei di questi passeggeri sarebbero dovuti scendere a Cagliari, gli altri avrebbero proseguito il volo fino a Roma. La commissione che lavorò alle indagini, dopo aver scartato l’ipotesi di un fulmine, dichiarò presto la più accreditata dinamica dei fatti: scambiate le luci di un pontile della Saras con quelle della pista d’atterraggio, il Dc9 scomparve dai radar dei controllori di volo e finì per schiantarsi su un costone di roccia, a circa seicento metri d’altezza fra i monti. L’impatto fu letale. Inutili i soccorsi -il cui arrivo non fu facilitato da una notte nebbiosa e piovosa-, che riuscirono a raggiungere Conca de Oru solo la mattina seguente. Delle persone a bordo, non se ne trovò nemmeno una viva.

Diversi i sentieri che conducono al luogo della tragedia, che gli escursionisti si sono ritrovati a percorrere a piedi, armati di zainetto, cibo, vivande e cappellini colorati, per riconoscersi facilmente fra la vegetazione, la nostrana macchia fitta e impervia che cresce ai piedi dei monti. Lassù, a seicento metri sopra il livello del mare, “giacciono” ancora i rottami dell’aereo, il Dc9, fra cui si riconoscono chiaramente anche i portelloni del mezzo aeromobile: assediati dagli arbusti, dall’erba e dai rovi, sono ancora lì, trentaquattro anni dopo, a testimonianza di quello che viene ricordato come il più grande disastro aereo della Sardegna. A questa tragedia Angelo Pani, giornalista e fotografo, ha dedicato un intero sito: “Dc9- Il disastro aereo di Capoterra”, che racchiude al suo interno i documenti (i quaderni di bordo, le carte di volo, gli atti inerenti alla sentenza, i titoli dei quotidiani in seguito alla tragedia, persino le trascrizioni dei dialoghi prima dello schianto), le foto e i link che rimandano ad altre fonti, come il sito del Comune e Wikipedia. “La curiosità e l’attenzione per questo luogo” scrive Pani nella sezione “Sacrario” del sito, “invece che scemare, crescono col trascorrere del tempo”. L’iniziativa promossa da Amici di Sardegna e InfoCaputerra è la prova di queste parole. In attesa della rimozione dei resti dell’aereo, disposta dal Tar.

 Lorenzo Scano


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