Verve e brio (anche) oltre la scena: Veronica Pivetti, insolita dark lady in “Mortaccia/ La vita è meravigliosa”, l’originale commedia musicale scritta e diretta da Giovanna Gra in tournée in questi giorni nell’Isola sotto le insegne del CeDAC, giovedì 27 febbraio alle 18 incontrerà il pubblico alla Casa Rosas (concept store) di Nuoro in compagnia del giornalista Pietro Rudellat. L’eclettica artista – attrice e perfino cantante, doppiatrice, presentatrice e speaker radiofonica – parlerà di sé e dello spettacolo che la vede protagonista, nel ruolo di una creatura «irriverente, estrema, seria, burlona, amara, provocatoria, impudica» che gioca con i clichées e i naturali timori, per offrire una visione se non confrontante almeno divertente di ciò che potrebbe attenderci oltre la soglia fatale.
La pièce – (in scena anche STASERA (mercoledì 26 febbraio) alle 21 al CineTeatro “Olbia” di Olbia) in cartellone DOMANI (giovedì 27 febbraio) alle 21 al Teatro Eliseo di Nuoro; e venerdì 28 febbraio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer – infrange l’ultimo tabù rimasto nella società delle apparenze e del mito dell’eterna giovinezza per raccontare di un aldilà in fondo non troppo diverso dal mondo dei vivi.
Duplice appuntamento quindi per Veronica Pivetti – voce di Cookie in “Harry a pezzi” di Woody Allen e di Agrado in “Tutto su mia madre” di Pedro Almodóvar, e alter ego di Goldie Hawn (Il club delle prime mogli), Sabine Azéma (Pranzo di Natale) e Farida Rahouadj (Per sesso o per amore?) e di tanti personaggi di cartoni animati, serie tv e soap opera – nella città di Grazia Deledda. Volto noto soprattutto del piccolo schermo – come professoressa Camilla Baudino (Provaci ancora, Prof!) ma anche la Fiorenza di “Commesse” e Francesca Mariani nella quarta serie de “Il maresciallo Rocca” mentre al cinema, oltre a “Viaggio in Italia” di Paolo Genovese e Luca Miniero, ha girato “Viaggi di nozze” di Carlo Verdone e lo stravagante “Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica” di Lina Wertmüller, l’attrice parlerà di sé e dei tanti ruoli interpretati, della sua passione l’arte della recitazione, dei suoi progetti e sogni nel cassetto, e di un ritorno al teatro fortemente voluto, per ritrovare quel contatto diretto con gli spettatori che si rinnova sera per sera.
Dopo l’incontro con il pubblico, il sipario del Teatro Eliseo di Nuoro si aprirà sempre DOMANI (giovedì 27 febbraio) alle 21 su “Mortaccia/ La vita è meravigliosa”, divertissement ironico su un tema scottante e sempre d’attualità come il mistero della fine, che mette in luce il talento istrionico e canoro di Veronica Pivetti, moderna signora in nero che insieme ai fidi Sentenza (alias Sergio Mancinelli), una falce davvero affilata e sferzante e il soave Funesto (Oreste Valente), serio e rigoroso maggiordomo, cerca di risolvere il giallo di un corpo “in esubero”. La vita – per così dire – non è troppo tranquilla neppure nell’aldilà, in cui si ritrovano umanissime debolezze e (rare) virtù, in un vivido affresco che rimanda alla Spoon River di Edgar Lee Masters, tra canti di denuncia, ballate e tarantelle, la sensualità del tango e un pizzico di pop, classiche melodie e note trasgressive.
La pièce (con colonna sonora di Maurizio Abeni e i costumi inventati da Valter Azzini) propone così una sorta di viaggio iniziatico nell’oltretomba, tra stereotipi e miti, e sacri timori sulla sottile linea di confine tra l’esistenza e il suo opposto: un territorio tutt’altro che inesplorato, dall’epopea di Gilgamesh alle discese all’Ade di antichi eroi e semidèi, alla “Commedia” dantesca fino all’impertinente “Orfeo all’Inferno” di Offenbach. Ciascuna epoca ha avuto un suo rapporto, spesso ambiguo e complicato con la morte; nella moderna società dell’immagine l’idea stessa della fine è sovente rimossa e negata, si ambisce a un’eterna giovinezza, quasi a ogni costo, non vi è spazio per la vecchiaia, figurarsi per la morte, che diventa “oscena”, irraccontabile o al contrario epica e drammatica, dunque non reale. Fulcro della poetica dei grandi autori del Novecento, secolo di guerre e distruzioni di massa (da Carlo Michelstaedter a James Joyce, da Rainer Maria Rilke a Samuel Beckett, da André Malraux ad Albert Camus, da Thomas Mann a José Saramago) il pensiero dell’ora fatale trova nuove declinazioni in letteratura, e ispira romanzi e film “gotici”, dalle saghe sui vampiri alla recentissima “Storia d’inverno”, ma anche commedie “nere” come “Mi rifaccio vivo” di Sergio Rubini, e ancora pellicole come “La bella addormentata” di Marco Bellocchio e “Miele” di Valeria Golino. Visioni fantastiche e liriche, dark e ingenue, oppure crudeli e dolorosamente umane, che mostrano quali e quante sfaccettature possieda l’idea della morte, in bilico fra la tremenda attrazione del vuoto di fronte al male di vivere e l’ansia per ciò che verrà, il desiderio di quiete e la paura di perdere tutto, diventando nulla.
Ai mortali non è dato conoscere il proprio destino e – fortunatamente – neppure l’ora fatidica, ma l’immaginazione permette di disegnare ipotetici scenari tra giardini del paradiso e gironi infernali, città fantasma o cimiteri abitati da spiriti in cui fatalmente si ritrovano personaggi e storie, dinamiche e comportamenti che appartengono al mondo dei vivi. In fondo quel punto senza ritorno rappresenta un enigma denso di suggestioni e possibilità: “Mortaccia/ La vita è meravigliosa” di Giovanna Gra – con un ossimoro nel duplice titolo – affronta un argomento delicato e insidioso come la morte affidandosi alla verve e l’intelligenza di un’artista quale Veronica Pivetti, seducente dark lady che conquista con humour e simpatia, tanto da rendere quanto mai attraente e desiderabile perfino un non luogo come l’aldilà.
Una pièce teatral musicale, quindi per confrontarsi con i naturali timori al pensiero della fine e scoprire che, in fondo, si può ridere e scherzare con la morte, sia essa un angelo nero o il medioevale scheletro con falce, o meglio ancora una affascinante e spiritosa “Mortaccia” con i suoi improbabili assistenti che fa da guida tra i segreti sentieri di un altro mondo, specchio fantastico della vita terrena. Esile ed eterea come un personaggio alla Tim Burton, o l’eroina di un manga nipponico, l’eclettica attrice e cantante (ma è anche una bravissima doppiatrice e speaker radiofonica) interpreta una morte davvero “speciale”; la trama, trattandosi di un giallo (con una sfumatura di noir) è meglio non svelarla in anticipo, per lasciare intatto il gusto della sorpresa… fino alla…. inevitabile fine!













