Uta, festeggiamenti in onore di Santa Giusta, patrona del paese

In programma il rito religioso: messa e processione, e civile: spettacoli pirotecnico e di varietà e mostra di abiti d’epoca


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di Rossana Pintus

Oggi 14 maggio a Uta ricorrono i festeggiamenti della Santa Patrona, Santa Giusta vergine martire: non esistono documenti storici concreti sulla vita e martirio della Santa, solo alcune leggende. Secondo il manoscritto del 1616 del canonico arborense Antonio Martis, «la fanciulla Giusta già dall’età di dodici anni si convertì al cristianesimo, contro il volere della madre che morì di crepacuore dopo averla fatta imprigionare e flagellare. Nacque nella città di Eaden (oggi Santa Giusta) ai primi del secondo secolo, al tempo dell’imperatore Adriano e morì in seguito ad un nubifragio. La sua città fu sommersa dalle acque della laguna per punire l’idolatria dei suoi abitanti. Fu sepolta nelle carceri della sua casa il 14 del mese di maggio al principio del secondo secolo. Nello stesso luogo edificarono poi una chiesetta in memoria della Santa, nello stesso anno in cui fu edificato il ponte del fiume di Oristano. Successivamente i resti mortali furono trasferiti a Cagliari e sepolti nella cripta della chiesa di Santa Restituta. Solo il 2 maggio 2004 le sue reliquie furono restituite e ora si trovano nella cripta della Basilica di Santa Giusta, luogo della sua ultima dimora, quella eterna». Questa è una delle tante leggende.

Esistono anche delle curiosità legate a Santa Giusta, una racconta che «la “vernaccia” abbia avuto origine dalle sue lacrime: la malaria faceva tantissime vittime sull’Isola, i morti aumentavano di giorno in giorno. Fu allora che Santa Giusta scese dal cielo e cominciò a piangere, dove si posarono le sue lacrime nacquero tante piantine che rapidamente si coprirono di foglie e frutti, gli uomini ne raccolsero i frutti e li pigiarono, il succo venne contenuto in grandi anfore e appena i malati, arsi dalla febbre, bevevano un po’ di quello strano liquore, si sentivano immediatamente meglio. Da allora, si dice, che i sardi abbiano combattuto la malaria e il “malgoverno” bevendo vernaccia, il cui nome deriva da “vernum”, Primavera, la stessa sbocciata nell’Isola per l’effetto rincuorante del nettare bevuto dai suoi abitanti».

Per quanta riguarda i festeggiamenti, il programma religioso prevede le Messe celebrate dal parroco di Uta don Ferdinando Caschili, alle 9,00 e alle 18,00, a seguire alle 19,00 la solenne processione per le vie del paese accompagnata dalla banda musicale “Vincenzo Bellini” di Assemini, dai gruppi folk, suonatori di launeddas e cavalieri. Al rientro spettacolo pirotecnico. La serata terminerà poi con uno spettacolo di varietà con i “karisma” nella piazza della chiesa parrocchiale Santa Giusta. Il Comitato per i festeggiamenti si rinnova tutti gli anni ed è sempre costituito rigorosamente da sole donne. In occasione della festività patronale, la Consulta delle donne di Uta organizza anche quest’anno una mostra di abiti d’epoca, per l’esattezza abitini per bambini, vestitini di battesimo, corredino e giocattoli d’epoca. La mostra sarà oggi 14 e il 16 e 17 maggio presso “Casa Orrù”, antica casa-museo campidanese.


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