Uta, tensione in carcere: detenuto pesta un poliziotto e un’infermiera

È stato fatto uscire dalla cella per una telefonata e si è scagliato con ferocia contro il poliziotto colpendo anche l’infermiera che gli era accanto. Le persone aggredite sono state accompagnate al pronto soccorso cittadino: assegnati dai 7 ai 10 giorni di cure. Sappe: “Ennesima aggressione. Subito un’ispezione ministeriale nel penitenziario”

Violenta aggressione, ieri nel pomeriggio, nel carcere di Uta, mentre in mattinata si era svolta la Cerimonia celebrativa regionale del 205° Anniversario di Fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, disertata dal primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE.

“Quel che è successo ieri conferma quel che avevamo detto per spiegare la nostra scelta di disertare la Cerimonia: per la Polizia Penitenziaria non c’è nulla da festeggiare e la situazione delle carceri sarde sta tornando a livelli allarmanti senza vedere gli auspicati provvedimenti correttivi, anche in relazione al fatto che mancano i direttori, i comandanti di reparto ed i sottufficiali pressoché in quasi tutte le sedi”, spiega il Segretario Regionale del Sappe Luca Fais.

“Nella serata di ieri, verso le ore 19 circa, durante il giro di somministrazione della terapia, accompagnato dall’Agente della sezione, un detenuto poco prima fatto uscire dalla cella per effettuare una telefonata, si è scagliato con ferocia contro il poliziotto colpendo anche l’infermiera che gli era accanto. Le persone aggredite sono state accompagnate al pronto soccorso cittadino ove sono state assegnate dai 7 ai 10 giorni di cure. Tale aggressione, l’ennesima, si aggiunge alle tante altre denunciate dal Sappe”.

Per Fais, “il Ministero della Giustizia ed i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria devono mandare con urgenza una ispezione a Uta, che faccia luce sulle tante e troppe cose che non vanno. Come, ad esempio, la mancanza di adeguati provvedimenti disciplinari ai detenuti che aggrediscono gli Agenti e l’organizzazione stessa dei servizi del Personale. Da diversi anni abbiamo sollecitato più volte la Direzione affinché trovi una soluzione, attraverso il coinvolgimento di tutte le aree (educativa e sanitaria), alle problematiche che fino ad oggi sono state scaricate sui poliziotti penitenziari. Il SAPPE non tollererà più atteggiamenti di menefreghismo da parte dei vertici dell’istituto cagliaritano ed anzi auspica un’attenzione particolare nella programmazione del servizio tesa a rinforzare i reparti detentivi delle unità previste per espletare in sicurezza il servizio stesso”.

Nelle motivazioni a supporto della scelta di disertare la Festa del Corpo, il SAPPE aveva anche denunciato che, a differenza di altre carceri, “la Casa Circondariale di Cagliari UTA, penitenziario del capoluogo di regione che vanta il maggior numero di ricoveri e traduzioni urgenti presso le strutture ospedaliere, non può beneficiare delle camere di sicurezza già individuate presso l’ospedale “Santissima Trinità” di Cagliari ma mai consegnate per l’utilizzo ed al momento relegate come magazzini”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà al poliziotto e all’infermiera feriti e torna a denunciare che “le carceri sono in mano ai delinquenti e l’amministrazione penitenziaria ha affidato e le politiche penitenziari ai Garanti dei detenuti, facendo venire meno la sicurezza delle strutture. E’ una vergogna. Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle Istituzioni, dalla politica e soprattutto da Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.

Da qui la richiesta del Sappe, “ai vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria di dare vita ad un tavolo di confronto per affrontare gli eventuali interventi da adottare, in primis le tutele da garantire al personale in servizio”.


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