Per la Regione Sardegna, il diritto allo studio universitario, vale poco poco più di zero. Lo 0,36%, per essere precisi.
Questa la grigia percentuale che la nuova finanziaria regionale vuole destinare ai giovani sardi alle prese col più alto grado di istruzione, la denuncia è dell’associazione studentesca Unica 2.0.
Su un totale di 9.170.861.000 euro, è pari a 33.138.000 la cifra di bilancio stanziata per la sovvenzione del diritto allo studio universitario sardo nel 2017. Altrettanto misere sono le percentuali riguardanti cultura e istruzione: il 2,8% ( pari a 255.000.000 €) della cifra è stato infatti stanziato alla cultura mentre l’istruzione vede una fetta pari all’1,98% (ovvero 181.000.000 € ) del bilancio.
“Numeri imponenti ma al contempo minuscoli in percentuale all’intera somma avuta a disposizione dalla Regione per questo 2017 che, ancora alle porte, inizia a destare forti preoccupazioni- scrivono in una nota gli studenti. La matematica non è un’opinione, e, calcolatrice alla mano, parrebbe che non si abbia a cuore il futuro dei giovani sardi, che l’istruzione e il diritto di ogni persona all’accesso e al successo nel proprio percorso formativo, a prescindere dalle condizioni socio-economiche di partenza, valgano solo una briciola di percentuale.”
Pretendiamo che la Regione investa 10.000.000 €, ovvero lo 0,11% della cifra intera di bilancio, per poter risolvere i problemi legati alle strutture fatiscenti, a rischio crolli, pericolanti, tenute in piedi da ponteggi perenni tra infiltrazioni e esplosioni di impianti, in cui sono costretti a vivere gli universitari fuori sede residenti nelle case dello studente. Pretendiamo che la Regione investa lo 0,17%, pari a 16.000.000 di €, per risolvere almeno in parte i problemi legati alla mobilità studentesca, impediti sia dall’ultimo aumento dato dal nuovo sistema regionale dei trasporti, sia dalla situazione in cui riversano i mezzi di trasporto e i vari collegamenti (in alcune zone a oggi ancora inesistenti) isolani.
“Una pretesa, la nostra, utile a garantire la mobilità gratuita agli studenti sardi, per permettere loro di andare all’università e tornare a casa dalla propria famiglia il fine settimana – ha spiegato Carlo Sanna, coordinatore di Unica 2.0 -ma anche per assicurare agli universitari isolani meritevoli ma privi di mezzi un tetto sicuro nella sede universitaria, troppo distante dalla propria residenza. Ma si è preferito destinare solo lo 0,36% al diritto allo studio universitario. Questo è quello che serve è tempo che la Regione ci dimostri che il diritto allo studio, in questa finanziaria, valga più di un (neanche) centesimo.”













