di Elisa Medda
Nella città universitaria di Monserato si è ballato fino alle due con Univercity. La matassa musicale si è slegata dalle tre fino alle due di notte nella cittadella universitaria di Monserato.
La folla si è scatenata sulle musiche di Salmo, ha saltato per gli Zen Circus nell’ultimo live prima della pausa, ha accolto scalpitante Madh direttamente dal successo di XFactor. Il festival Univercity nella sua seconda edizione ha trovato la formula del successo, più di cinque mila persone hanno cantato e ballato per dieci ore di musica live con una scaletta di artisti emergenti e affermati sulla scena punk, rap,reggae e house locale e internazionale.
Nato da un progetto universitario e organizzato dagli stessi studenti, in un combo sport e musica articolato in un unica giornata, quella del primo maggio. Per più di dodici ore i volontari delle associazioni Ajò, Amici del Divertimento, Goliardia Universitaria, Escape e Trip Hole hanno collaborato affinché tutto andasse per il verso giusto e senza intoppi, così è stato.
Per il secondo anno di seguito il festival ha dimostrato di avere gli attributi per andare avanti e diventare un evento con cadenza annuale che raduna universitari e semplici appassionati. Sebbene non siano mancate alcune piccole pecche organizzative e le ferventi polemiche.
La spazzatura e l’odore avvolgente che si innalzava dai bagni chimici e si espandeva fino alla prima uscita, sono stati gli ospiti indesiderati del festival, la mancanza di strutture e cassonetti, accompagnati dalla solita inciviltà hanno reso l’intero spazio una poltiglia, ridotto a un tappetto di immondizie dall’odore nauseabondo.
Inoltre proliferano le polemiche provenienti dai corridori ospedalieri del Policinico, le quali concernono lo spettro insidioso, sempre presente per ogni manifestazione musicale di Cagliari e hinterland: il volume. Il concerto avrebbe disturbato la tranquillità dei pazienti ricoverati, alcuni di essi molto gravi. Secondo le lamentele la località, vista la vicinanza con il plesso ospedaliero, sarebbe inadatta per esibizioni di questo che si prolungano rumorosamente fino a tarda notte. Insomma se il centro della città non può ospitare iniziative di questa portata per motivi di spazio o/e quiete pubblica, neanche spazi grandi e isolati dall’abitato, come quelli di Monserato, sembrano adatti.
Le collaborazioni attorno all’Università di Cagliari negli ultimi anni si sono mosse parecchio, riuscendo nell’organizzazione di eventi mai realizzati, che spesso per le numerose polemiche sono diventati irrealizzabili.
Rimane da chiedersi dove andare?












