Nuoro – Una fiaccolata per esprimere solidarietà e vicinanza alle famiglie colpite dalla tragedia di due giorni fa: partirà da via Ichnusa, il luogo della strage. Organizzata da un gruppo di cittadini, ha immediatamente raccolto il consenso collettivo, sinonimo di fratellanza e comunità, nel momento di grande dolore. Ancora incredulità per quanto accaduto: Giusi Massetti, la figlia Martina e il piccolo Francesco, il vicino di casa Paolo Sanna caduti sotto i colpi dell’arma da fuoco impugnata da Roberto Gleboni che, prima di rivolgere la pistola contro se stesso, ha ferito anche l’altro figlio e la madre.
Il raduno è previsto alle ore 18:00 in via Ichnusa, da dove partirà il corteo intorno alle ore 19:00. Si percorrerà poi via Carloforte, via Ragazzi del ‘99, viale Repubblica, Piazza Sardegna, via Lamarmora, Corso Garibaldi, Via Monsignor Bua per raggiungere la Cattedrale di S. Maria delle Neve, intorno alle ore 21.00.
“Questa è Nùoro. L’unica città che si stringe come un paese, e ci si conosce tutti anche senza essersi mai incontrati. Reagisce alle tragedie con compostezza, parla sottovoce nei tavolini altrimenti chiassosi dei bar, abbassa gli sguardi di fronte a questo cielo terso che oggi sembra così fuori luogo” scrive una cittadina.
“Annulla spontaneamente tutti gli eventi, le feste, i ritrovi, senza aspettare le ordinanze. Scuote la testa all’inferno in cui siamo sprofondati, tutti. Sospira ripensando all’alba di ieri, mentre i caffè iniziavano un giorno qualsiasi, non per loro.
Urla nell’anima e sconfessa i natali di un assassino. Trema di fronte alla follia dell’invisibile che può prendere chi vuole, ammonisce chi giudica censo o altro, reclama la rassicurante noia di sempre.
Grida solo che un padre non può ingannare l’amore di un figlio. Difende la vita e la libertà di una donna che pretendeva un futuro.
Rimanda a domani la ricerca delle ragioni, se mai ce ne saranno, e si veste di nero per i figli che le sono rimasti”.
Una città unita, più che mai, per gridare tutta la sua rabbia contro quanto accaduto e mostrare vicinanza ai familiari delle povere vittime e al figlio superstite della coppia che dovrà vivere senza la mamma, la sorella e l’altro fratellino.











