Ucciso a fucilate a Capoterra, la sorella di Giancarmine Podda: “Chi ha ammazzato mio fratello?”

Il manovale trentenne assassinato il 2 aprile 2010 fuori dal bar Baraonda. Anni di indagini e assoluzioni, adesso arriva la richiesta della sorella tramite l’avvocato: “Ci sono tre persone da indagare, c’è di mezzo una donna: l’assassino è ancora libero, riesumate il corpo”


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Una istanza di riapertura delle indagini sulla morte di Giancarmine Podda, ucciso a 30 anni con due fucilate nel 2010 fuori dal bar Baraonda, a Capoterra. A presentarla ufficialmente al procuratore della Repubblica presso il tribunale di Cagliari è l’avvocatessa Sabrina Rondinelli, legale di Francesca, sorella della vittima. L’uomo, manovale, era stato colpito a morte da due colpi di fucile. Negli anni ci sono state tre assoluzioni, l’ultima risale al 2016: tre uomini, sospettati di essere gli autori del delitto, sono stati assolti con formula piena. E, a quattro anni e un mese dall’ultimo risvolto giudiziario, arriva la richiesta di riaprire il caso: “Abbiamo chiesto alla procura di indagare su tutte le frequentazioni di Podda dell’ultimo periodo, anche quelle femminili. Ci sono tre persone, due uomini e una donna che, secondo le nostre piste, devono essere indagate”, spiega l’avvocatessa Rondinelli, del foro di Roma, “la pista che seguiamo è di tipo sentimentale, c’è di mezzo una donna. Vogliamo anche la riesumazione del cadavere perché dev’essere eseguito un nuovo esame autoptico”. Nella nuova “partita” legata al delitto rientrano anche “le immagini della telecamera che, in quel giorno del 2010, aveva ripreso la discussione tra Giancarmine Podda e un uomo con una cuffia in testa. Poco dopo le due esplosioni partite da un’auto che, poi, è partita a tutta velocità.

“Chi ha sparato e ucciso è ancora in giro, noi abbiamo indicato elementi mai valutati nella prima parte delle indagini che possono portare a individuare l’autore del delitto. La stessa dinamica non è molto chiara”, da qui la richiesta di nuove verifiche sul corpo del manovale, che riposa nel cimitero di Capoterra: “La sorella, Francesca Podda, non vuole fermarsi ma arrivare alla verità sulla morte del suo parente”.