I conti, nudi e crudi, prima di tutto: “Settemila euro di ristori ricevuti rispetto a trecentomila euro di mancato guadagno, quanto avevo incassato nell’anno prima del Covid”. Bastano già questi due primi dati per far capire tutta la disperazione di Giuseppe Giamberduca, alla guida di una gelateria in piazza Yenne a Cagliari: “Proprio oggi, inoltre, ho dovuto pagare tutti i contributi per i miei dipendenti, si tratta di cinquemila euro. In un altro momento avrei pagato senza batter ciglio, ora tutte le spese sono importanti”, spiega. “Siamo in una situazione dove, praticamente, siamo ancora chiusi. Abbiamo riaperto solo da martedì e ci è anche arrivato l’avviso del pagamento del suolo pubblico, per la nostra metratura si tratta di dover sborsare circa tremila euro all’anno”. Denari che, in un modo o in un altro, dovranno essere trovati. Ma chissà tra quanto.
“Torniamo sempre al solito discorso, se ci avessero messo in condizione di poter lavorare sarebbe tutto perfetto, in questo momento invece tutto fa brodo e le spese vanno calcolate. Ho sentito vari miei colleghi che lavorano e vivono in Germania, hanno tutti il sorriso sulle labbra. Lì, infatti, sono in lockdown ma il Governo sta garantendo tutti gli aiuti e le sovvenzioni possibili, al contrario dell’Italia”.