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“Stop al trenino verde, patrimonio universale della Sardegna. Il governo e l’inutile regione hanno deciso: non si parte più. Adesso la scusa è una legge dello Stato, quella sulle tratte ferroviarie turistiche.” E’ il nuovo affondo del deputato di Unidos Mauro Pili sul caso del trenino verde che rischia un definitivo stop come si legge in comunicazione diramata dalla stessa Arst. “Una legge sponsorizzata dal Pd e che adesso lo stesso Pd usa per bloccare per sempre il trenino verde. Siamo dinanzi ad una vergognosa decisione comunicata in queste ore agli operatori turistici. Una lettera dell’amministratore dell’Arst ha messo nero su bianco la decisione: il trenino verde non può partire. La motivazione è pura follia ed è scritta nella comunicazione dell’azienda regionale: Da ciò è scaturita la paradossale conseguenza che nelle uniche ferrovie di proprietà regionale – non dismesse né sospese, già definite “turistiche” da una legge della Regione Sardegna e continuativamente in esercizio da oltre un secolo (!) e da circa 20 anni con programmazione esclusivamente turistiche – non possa più esercitare l’operatore storico in quanto privo della specifica licenza ferroviaria prevista dalla nuova norma. Dunque la legge del Pd, applicata dal Pd, ottiene l’effetto contrario a quello voluto. Siamo dinanzi ad una cialtronesca gestione della vicenda che mette su di un binario morto un patrimonio immenso e unico come quello del trenino verse della Sardegna”.
“Si tratta di un disastro per operatori e cooperative che su questo straordinario mezzo avevano costruito una ricaduta economica e occupazionale. Ora la negligenza e la cecità politica di questa giunta regionale e dello stesso governo italiano sta distruggendo un patrimonio unico nel suo genere che deve essere riconosciuto patrimonio dell’Umanità e inserito immediatamente nell’elenco dei beni a rischio e da salvare predisposto dall’Unesco. Occorre una mobilitazione perché il trenino verde è il più importante strumento di connessione tra le coste e le zone interne. Un motore di sviluppo integrato unico nel suo genere in grado di generare crescita e occupazione. La mancata manutenzione di questi anni, l’assenza di un piano di gestione, una legge devastante sta portando questo patrimonio ad una rapida e inesorabile agonia. Ora bisogna reagire. E già dai prossimi giorni avvieremo una mobilitazione importante non solo regionale per salvare il trenino verde e la sua straordinaria rete ferroviaria che attraversa i luoghi più esclusivi della nostra terra”.