L’autopsia sul corpo di Davide Calvia infittisce il giallo sul naufragio all’Asinara anziché chiarirlo. Il medico legale Salvatore Lorenzoni ha rilevato una serie di traumi sospetti, diffusi in diverse zone del corpo e che hanno interessato anche organi vitali. Traumi che difficilmente, secondo le pochissime indiscrezioni che trapelano dagli inquirenti, sono compatibili con lo sbattimento del corpo sugli scogli o altre barriere naturali presenti in mare. Gli inquirenti, che hanno aperto un’indagine indagando il cugino di Davide, il 35enne Giovannino Pinna per naufragio colposo, dovranno ora chiarire se quei traumi siano stati la causa o la conseguenza dell’annegamento.
Altra considerazione, il fatto che Pinna non riportasse alcun trauma, sebbene sia stato ritrovato in condizioni disperate e con un principio di annegamento da cui il tempestivo soccorso l’ha salvato. Perché dunque, se erano in barca insieme, solo Davide riporta quei traumi che difficilmente si è procurato dopo il naufragio?
Gli inquirenti dovranno dunque approfondire il tipo e l’entità dei traumi, da cosa potrebbero essere stati provocati e a quale fase del naufragio possano essere attribuiti, tenendo presente quello che ha raccontato Pinna, e cioè che dopo il naufragio i due hanno nuotato insieme per cercare di salvarsi, il che fa ipotizzare che in quel momento quei traumi così pesanti non fossero presenti sul corpo di Davide.












