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Transennato e ancora chiuso, senza che nulla faccia pensare che a breve possa cambiare qualcosa. L’Anfiteatro romano di Cagliari resta uno dei tormentoni più irrisolti della storia del capoluogo, quando in altre città – una fra tutte Verona con la sua Arena ma anche i templi siciliani – i loro pezzi di storia architettonica riescono a valorizzarli e farli fruttare anche economicamente.
La storia dell’anfiteatro di Cagliari è di quelle da manuale. Qualcosa sembrava muoversi l’anno scorso, quando l’ex sindaco Paolo Truzzu aveva assicurato che nel 2024 il monumento sarebbe stato riaperto, addirittura agli spettacoli, pur con un numero di spettatori limitato, al massimo un migliaio. Ma quella riapertura sembra ancora un miraggio.
Intanto, la rimozione della legnaia è stata giudicata indispensabile dai tecnici dell’istituto superiore di restauro per la salvaguardia del monumento. Ma, da dieci anni a questa parte, il monumento più importante della città è ancora in gran parte off limits. L’anno scorso è stato addirittura occupato dai senzatetto, poi sgomberati.
Al momento, la situazione dell’anfiteatro romano resta in sospeso. Truzzu, che aveva promesso la svolta già nella campagna elettorale del 2019, dopo la sconfitta alle regionali come candidato presidente ha mollato il comune, dove peraltro aveva detto di volersi ricandidare, e ha scelto il porto sicuro dei 5 anni in consiglio regionale. E delle sorti dell’anfiteatro romano nessuno si occupa.