Tonno, carne in scatola, formaggio, pane, pasta e poi merendine per regalare un sorriso ai figli piccoli. Persino frutta e verdura, ormai accessibili a pochi fortunati. Sei persone su dieci in Sardegna rubano nei supermercati perché hanno fame, pronti a sfidare la sorte, e il rischio di essere scoperti, perché non hanno nulla da mangiare. E allora, afferrare un prodotto e nasconderlo sotto il giubbino o in uno zaino è la cosa più semplice, nonostante gli antitaccheggio e le telecamere di sorveglianza dovrebbero essere un forte deterrente al furto.
La Sardegna è nella media, secondo i dati di una ricerca della Cattolica di Roma: il 66% di chi ruba tra gli scaffali lo fa per necessità.
Nel 2021 i furti segnalati nei negozi a Cagliari sono stati 170. Cento in più, quindi 270 l’anno successivo, il 2022, e infine 128 furti sono stati registrati quest’anno fino a ferragosto.
Fra i taccheggiatori c’è poi anche chi non ha strettamente bisogno di nutrirsi ma vuole togliersi uno sfizio: gamberi, bottarga, vasetti di caviale e poi prodotti per il corpo e cosmetici.
Quando i taccheggiatori vengono scoperti, ci sono due tipi di comportamento da parte delle forze dell’ordine: se si tratta di anziani davvero bisognosi, non solo non vengono denunciati, ma vengono anche aiutati grazie alla catena di solidarietà che si innesca immediatamente. Se invece si tratta di ladri abituali, allora si procede con la denuncia.
Su tutto, la tristezza di constatare quanto ormai il carovita, contro cui la politica è assolutamente immobile, stia rovinando intere famiglie nell’indifferenza e assuefazione generale.










