Ci sono padri separati, in Sardegna, che si trovano a dover combattere contro una costellazione di difficoltà. Non ci sono solo quelli che, purtroppo, finiscono col chiedere aiuto alla Caritas per un pasto o per un tetto. No: c’è anche chi lavora saltuariamente e ha i figli piccoli dall’altra parte del mare. È il caso di Tonio, 44 anni, ex tecnico in un’azienda tech. Da un po’ di tempo fa solo qualche lavoretto stagionale, ha una nuova compagna e, alle spalle, un matrimonio naufragato dopo dieci anni. Quando c’era ancora l’amore, sono arrivati due figli: “oggi vivono con la madre in Lombardia”, racconta il papà separato. “Ogni mese giro un assegno da cinquecento euro per il mantenimento di entrambi, ma ciò che mi lesadi più è il poterli vedere solo una volta al mese, come stabilito dal giudice. Purtroppo non ho un lavoro fisso, il pane non mi manca ma, per trascorrere un weekend con i miei tesori, arrivo a spendere anche ottocento euro. Mi aiutano i miei genitori anziani e i servizi sociali”, racconta l’uomo, con la voce rotta dall’emozione. Prima, quando la rottura con la sua ex era ancora freschissima, ha dovuto battagliare insieme al suo avvocato: “Lei si era licenziata, accettando di fare un altro lavoro, quasi sottopagato. L’ha fatto per ottenere l’assegno di mantenimento ma il giudice le ha ordinato di farsi riassumere dalla prima azienda”.
Tonio è sicuro: “Il mio è uno dei classici casi di alienazione genitoriale. Non ho lo stesso potere economico della madre dei miei due figli, quindi non posso competere o batterla dal punto di vista economico”. Tra cinque-sei anni i due bambini non saranno più tali e diventeranno maggiorenni. A quel punto, potranno decidere se continuare a stare in un piccolo Comune lombardo con la madre o ad Alghero col padre. Ma deve ancora passare tanta acqua sotto i ponti: “Da metà 2018 a metà 2019 non li ho potuti vedere dal vivo nemmeno una volta perché ho avuto grossi problemi economici. Spero di non vivere più quei terribili momenti”.












