Tonio, artigiano di Assemini beffato: “860 euro visti col binocolo perché ho scordato la carta d’identità”

Due mesi chiuso per Coronavirus, poi la speranza di avere il contributo del Comune va in frantumi per un errore: “Ho inviato tutti i documenti via Pec due volte, tranne la carta d’identità. Domanda rifiutata, eppure l’amministrazione ha tutti i miei dati anagrafici”


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Ha presentato, come molti altri suoi colleghi, la domanda per ottenere gli 860 euro messi a disposizione dal Comune di Assemini per tutti i commercianti in difficoltà. Tonio Tatti, titolare da trent’anni di un’attività commerciale artigiana, specializzata nella riparazione di infissi, non ha però visto il becco di un quattrino. Come mai? È proprio lui a spiegarlo a Casteddu Online: “Ho presentato la richiesta tramite email Pec, insieme a tutti i documenti del caso. Non ho però inviato la carta d’identità perchè sapevo che, essendo asseminese, l’amministrazione comunale ha tutti i miei dati anagrafici. La mia domanda, però, è stata rifiutata. Accanto al mio numero di protocollo ho trovato la spiegazione: autocertificazione priva di validità per mancanza del documento di identità d.p.r.445/2000”, spiega il 52enne. “Ho subito telefonato all’ufficio delle Attività produttive, riconoscendo l’errore e spiegando che ero pronto a inviare una copia della carta, ma è stato inutile. L’unica risposta che mi è stata data? La legge non ammette ignoranza”.

Tatti, a quel punto, confessa di aver perso le staffe: “Mi sono messo a urlare al telefono contro l’impiegato che mi ha risposto, ma non è servito a nulla. Mi è stato anche spiegato che, trattandosi di un’autocertificazione, tutte le responsabilità sono mie. Ora, però, mi chiedo: siamo in un momento di crisi, io sono stato costretto a tenere il negozio chiuso per sessantotto giorni e gli incassi sono stati pari a zero. Non era possibile essere un po’ più elastici?”.


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