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Ha presentato, come molti altri suoi colleghi, la domanda per ottenere gli 860 euro messi a disposizione dal Comune di Assemini per tutti i commercianti in difficoltà. Tonio Tatti, titolare da trent’anni di un’attività commerciale artigiana, specializzata nella riparazione di infissi, non ha però visto il becco di un quattrino. Come mai? È proprio lui a spiegarlo a Casteddu Online: “Ho presentato la richiesta tramite email Pec, insieme a tutti i documenti del caso. Non ho però inviato la carta d’identità perchè sapevo che, essendo asseminese, l’amministrazione comunale ha tutti i miei dati anagrafici. La mia domanda, però, è stata rifiutata. Accanto al mio numero di protocollo ho trovato la spiegazione: autocertificazione priva di validità per mancanza del documento di identità d.p.r.445/2000”, spiega il 52enne. “Ho subito telefonato all’ufficio delle Attività produttive, riconoscendo l’errore e spiegando che ero pronto a inviare una copia della carta, ma è stato inutile. L’unica risposta che mi è stata data? La legge non ammette ignoranza”.
Tatti, a quel punto, confessa di aver perso le staffe: “Mi sono messo a urlare al telefono contro l’impiegato che mi ha risposto, ma non è servito a nulla. Mi è stato anche spiegato che, trattandosi di un’autocertificazione, tutte le responsabilità sono mie. Ora, però, mi chiedo: siamo in un momento di crisi, io sono stato costretto a tenere il negozio chiuso per sessantotto giorni e gli incassi sono stati pari a zero. Non era possibile essere un po’ più elastici?”.