Tecnocasic, tra denunce di inefficienze ed investimenti non sfruttati: la RSU chiede chiarezza e un piano strategico per il futuro.
“L’inevitabile invecchiamento degli impianti senza che si sia intervenuto tempestivamente con un adeguato Piano Industriale, se non tardivamente con i recenti lavori di revamping, sono la vera causa della situazione di evidente difficoltà che la Tecnocasic sta attraversando.”
Questa la risposta dei lavoratori Tecnocasic Spa dopo le notizie apparse sulla stampa che riportano costi eccessivi per lo smaltimento dei rifiuti e perdite economiche significative. Con un comunicato stampa la RSU intende chiarire alcuni punti fondamentali e fornire un quadro completo della situazione attuale respingendo le accuse che l’attuale situazione sia imputabile ad una cattiva gestione da parte del personale dipendente.
“Abbiamo dimostrato nei fatti, per anni, che la gestione della Tecnocasic è possibile nel rispetto dell’ambiente, dell’industria e con sostenibilità economica. I lavoratori Tecnocasic SPA non hanno nulla da rimproverarsi per impegno e professionalità e, come cittadini informati, convengono che la situazione attuale non può essere ulteriormente procrastinata.” Alla loro voce si unisce quella del Sindaco di Cagliari e di autorevoli esponenti delle istituzioni che confermano quanto i lavoratori denunciano da tempo: lo stato degli impianti non è all’altezza delle sfide attuali e le conseguenze si riflettono pesantemente sia sui cittadini che sull’ambiente, questo nonostante Tecnocasic sia una cruciale piattaforma polifunzionale per la gestione dei rifiuti nella provincia di Cagliari e oltre. Include tre linee di termovalorizzazione per i rifiuti solidi urbani, una linea per lo smaltimento dei rifiuti industriali, un impianto di depurazione, due potabilizzatori ed un impianto di compostaggio. Solo quest’ultimo ha potuto usufruire di un recente revamping per la produzione di biometano destinato all’autotrazione dei mezzi ARST, ma nonostante i lavori siano stati completati, resta inspiegabilmente fermo. Gli altri impianti dedicati allo smaltimento dei rifiuti industriali, urbani, dei fanghi e alla depurazione delle acque ed alla loro potabilizzazione restano inutilizzati e i lavori di manutenzione fermi.
“Questo ha lasciato un vuoto nella gestione dei rifiuti, una questione cruciale in un’ottica di sostenibilità e rispetto delle normative, che in gran parte è stato coperto da nuove e vecchie attività imprenditoriali private nate nel territorio, senza che venisse mantenuto il ruolo strategico della Tecnocasic come braccio operativo del socio unico C.A.C.I.P.” – Continuano a difendersi e spiegare i lavoratori – “Siamo stati in prima linea nel denunciare queste criticità. Già nel marzo 2023, durante uno sciopero, abbiamo sostenuto che senza interventi concreti si sarebbe arrivati all’attuale situazione. Da allora, le nostre richieste sono rimaste inascoltate” Dopo aver “subito” periodi di ammortizzatori sociali e cassa integrazione, durante la pandemia, la paura è quella di seguire la sorte dell’impianto di Tossilo (Macomer), fermo nonostante i tanti fondi spesi per la ristrutturazione e i lavoratori ancora inoccupati.
“Ci troviamo di fronte all’ennesima prospettiva di ulteriori periodi di cassa integrazione, mentre gli impianti rimangono in stato di abbandono. Riteniamo che ci siano le condizioni per il rilancio della Tecnocasic, cambiando strategia e adottando una governance più efficace, che sia consapevole delle sfide che la transizione energetica e la sostenibilità ambientale impongono.”
L’appello è rivolto alla Regione Sardegna, alla Città Metropolitana e al Comune di Cagliari perché si assumano le loro responsabilità e si torni a un approccio industriale, sostenibile ed economicamente vantaggioso. “Quello che manca è una di visione strategica che riguardi l’intera gestione dei rifiuti in Sardegna, rivedendo il piano regionale che risale al 2008.”
Dopo l’attivazione dello stato di agitazione, proclamato il 13 ultimo scorso, i lavoratori si riuniranno e valuteranno la possibilità di proclamare una giornata di sciopero.
“Ora è il momento di passare dalle parole ai fatti e avviare una gestione che guardi al futuro, senza lasciare indietro i lavoratori e senza gravare ulteriormente sulla collettività.” Questo il loro appello finale e grido di aiuto.











