Tamburi e rogo di Cancioffali: il Comune torna a Sa Ratantira

Torna il Carnevale a Cagliari: “Cambara, cambara, cambara e maccioni. Pisciurrè, sparedda e mumungioni”. Il ritorno di Sa Ratantira dopo anni di polemiche


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di Ennio Neri

Dopo anni di polemiche, fallimentari sperimentazioni e di manifestazioni sotto tono l’amministrazione comunale via Roma muove i primi passi verso il recupero l’antica tradizione del carnevale cagliaritano, quella della ratantira e del rogo di cancioffali e la valorizzazione delle maschere più rappresentative (tiaulus, palliazzus e piccioccus de crobi). 

“Cambara, cambara, cambara e maccioni. Pisci urrei, sparedda e mumungioni”. Torna Sa Ratantira. Dopo anni di polemiche, fallimentari sperimentazioni e di manifestazioni sotto tono l’amministrazione comunale via Roma muove i primi passi verso il recupero dell’antica tradizione del carnevale cagliaritano, quella della ratantira e del rogo di cancioffali e la valorizzazione delle maschere più rappresentative (tiaulus, palliazzus e piccioccus de crobi).

POCHI FINANZIAMENTI. Ancora pochi tuttavia i soldi. Quest’anno 20 mila euro stanziati dal Comune che dovranno spartirsi 3 associazioni: Senza Confini, il comitato di quartiere Villaggio pescatori e l’associazione culturale Sa ratantira casteddaia, di fatto gli eredi della storica tradizione del carnevale stampacino, promossa nel dopoguerra dalla Società di Sant’Anna prima e portata al successo dalla Gioc per almeno 50 anni nella chiesa di Santa Restituta.

“Noi con la Gioc non c’entriamo nulla”, chiarisce subito Roberto Lecca, presidente di Sa ratantira casteddaia, “e prendiamo le distanze da quanto è stato scritto in passato. Siamo soltanto un gruppo di stampacini, ex giocisti e ci siamo prodigati per recuperare la tradizione del carnevale che mancava a tutta Cagliari”.

 Le sfilate sono 3: la prima il 23 febbraio attraverserà i 4 rioni storici, un’altra sfilata domenica 26 e infine il 28 martedì grasso, quando sarà bruciato cancioffali in via Cammino Nuovo (anche se i permessi non sono ancora arrivati). L’orchestra di Sa ratantira è composta da 50 suonatori (piatti, tamburi, rullanti, ecc) più i figuranti in maschera (diras, piccioccheddus de crobi, panetteras, tiaulus e palliazzus). Trecento complessivamente le maschere che sfileranno in città per il carnevale 2017.


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