Svolta storica per i trapiantati sardi: “Non dovranno più venire fino a Cagliari per i controlli”

Fine dei lunghi viaggi per i controlli e le cure per centinaia di trapiantati “fuori sede”. Il Brotzu accetta la richiesta della principale associazione che tutela chi ha un fegato o un pancreas “nuovo”. Risparmio di 300mila euro, “soldi da utilizzare per le cure dei denti o per avere medici in più”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA al presidente dell’associazione Prometeo Pino Argiolas


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di Paolo Rapeanu

Addio alle trasferte di centinaia di chilometri per un controllo di routine o per una risonanza. I trapiantati sardi di fegato e pancreas potranno essere curati negli ospedali delle loro province. Fino a oggi l’unica possibilità era quella di venire fino a Cagliari, al Brotzu. Adesso, la svolta: L’ospedale cagliaritano accetta la proposta della onlus Prometeo e, con un protocollo di intesa con le altre aziende ospedaliere, dà il via libera alla possibilità, per chi vive fuori dalla provincia del Sud Sardegna, di poter eseguire analisi e visite specialistiche a pochi passi da casa. Non solo un risparmio in termini di salute, ma anche economici.

“I rimborsi per le spese di viaggio si aggirano attorno ai 300mila euro all’anno, questi soldi possono essere utilizzati o per le cure dei denti dei trapiantati, come già chiediamo da tempo, o per far arrivare nuovi medici al Brotzu”, spiega il presidente di Prometeo Pino Argiolas. “È un importantissimo passo avanti, ogni trapiantato non dovrà più sobbarcarsi dieci viaggi all’anno. I pazienti possono scegliere se avvalersi o meno di questa opportunità. È stata la dottoressa Pintus ad aver incaricato il direttore del dipartimento di Chirurgia di predisporre un protocollo di intesa a partire dall’azienda ospedaliera di Sassari”.


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