La guerra infuria, i bombardamenti sono sempre più intensi, la disperazione anche. Gli sfollati sono già oltre un milione, duemila i civili morti mentre scarseggiano acqua e viveri e intere famiglie tentano di superare il confine per provare a raggiungere un posto più sicuro. Alcuni consegnano i loro figli, in lacrime, a sconosciuti a cui affidano il loro destino. Ruderi, macerie, forni crematori, quelli che il premier ucraino accusa i russi di aver portato per cremare i cadaveri e nascondere il vero numero di vittime. E mentre dal secondo negoziato in Bielorussia arriva la decisione condivisa di una tregua per poter creare corridoi umanitari e mettere in salvo i civili, Putin – espressione impenetrabile e occhi fissi in camera – parla alla nazione, dice che gli obiettivi sono quasi raggiunti e che l’occidente anti Russia sarà distrutto. “Non ritornerò mai indietro rispetto alla mia dichiarazione che Russia e Ucraina sono un unico popolo”, dice avvalorando e ribadendo ancora una volta l’inevitabilità della decisione di attaccare l’Ucraina. “Distruggeremo l’occidente anti Russia: stiamo raggiungendo i nostri obiettivi”, ha aggiunto.
In serata il sindaco di Kherson ha annunciato che la città è caduta nelle mani dei militari di Mosca, mentre Mariupol sta per subire la stessa sorte e Kharkiv è martellata dai bombardamenti. Kiev continua a essere bersagliata dai razzi. Secondo le autorità ucraine i civili uccisi in una settimana di guerra sono oltre duemila, un milione gli sfollati. “Se noi dovessimo scomparire, che Dio ci protegga, allora sarà il turno della Lettonia, della Lituania, dell’Estonia ecc… Fino al muro di Berlino, credetemi”, ha detto ancora Zelensky
Finora più di 40 Stati in tutto il mondo si sono allineati completamente alle sanzioni imposte dall’Ue contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina.