LA COMMEDIA E’ FINITA tra fondali e vecchie quinte: è il titolo del secondo appuntamento della rassegna di Teatro Canzone organizzata a Cagliari da La Fabbrica Illuminata. Dopo l’omaggio a Pasolini, quello a Fiorenzo Carpi e alle sue musiche di scena, che, con la voce di Elena Pau e la regia di Marco Parodi, con la direzione musicale di Emilio Capalbo (pianoforte), Matteo Atzori e Claudia Mura (coro), invaderanno pacificamente la sala della Fondazione Siotto (via dei Genovesi, 114), domenica 13 dicembre alle 20. Nel corso della serata interverrà Martina Carpi, la figlia del grande compositore, attrice, che ricorderà la figura del padre e parlerà del libro a cui ha collaborato, “Fiorenzo Carpi. Ma mi. Musica teatro cinema televisione”, scritto, con la prefazione di Dario Fo, da Stella Casiraghi e Giulio Luciani (edizioni Skira).
Carpi è stato uno dei grandi musicisti del Novecento, un innovatore, riconosciuto come un caposcuola. E’ stato il compositore del teatro contemporaneo fra i più attivi del Piccolo di Milano, autore di quasi tutte le canzoni di Dario Fo e delle musiche degli spettacoli di Giorgio Strehler. Figura carismatica di quella nouvelle Milan che ha visto protagonisti artisti come gli stessi Fo e Strehler, Franca Rame, Enzo Jannacci e Milly, Carpi è ricordato per canzoni come “Ma mi”, “Le Mantellate”, per le colonne sonore di alcuni film entrate nell’immaginario collettivo: i temi famosissimi del “Pinocchio” di Luigi Comencini, o di “Incompreso”, dello stesso Comencini.
Artista colto, curioso, appassionato, capace di spaziare in ogni genere musicale, Fiorenzo Carpi ha saputo interpretare con grazia e ironia, fra gli anni ’50 e ’70, quel flusso di creatività legato alla politica e alla società che non poteva prescindere dal vivere quotidiano e dalla miseria. Il suo ricco repertorio, fra teatro, cinema, televisione, canzoni e musica classica, ha regalato melodie dalla ricercatezza caratteristica, innovativa, che hanno sempre espresso la profondità d’animo e di pensiero dell’autore.
Forse Carpi non è noto come meriterebbe per la sua natura schiva, gentile e refrattaria alla ribalta. Ma il concerto-spettacolo de La Fabbrica Illuminata e la monografia a lui dedicata vogliono raccontarne l’arte, per scoprire o riscoprire anche l’uomo.
“Ma mi” (in dialetto milanese “Ma io”) è una canzone scritta da Giorgio Strehler e musicata da Fiorenzo Carpi, portata al successo da Ornella Vanoni, che la incise nel 1959 (“Le canzoni della malavita” vol. 2) e proposta a più riprese. La canzone venne interpretata anche da Enzo Jannacci nel 1964. Sembra che il testo sia autobiografico: Strehler visse infatti l’esperienza della seconda guerra mondiale, prima nell’esercito e poi rifugiato in Svizzera. Nel 1944 venne catturato dai nazifasciti e incarcerato per sette giorni. Questo avvenimento ispirò la canzone, che racconta di un partigiano, arrestato e rinchiuso nel carcere milanese di San Vittore, che non tradisce i suoi compagni.
Stella Casiraghi. Da oltre vent’anni si occupa di organizzazione in ambito culturale, sia in qualità di operatore che come formatore. Ha lavorato a lungo nei settori della Redazione, della Comunicazione e della Promozione culturale del Piccolo Teatro di Milano.
Giulio Luciani. Violinista, collabora con il Piccolo Teatro di Milano dalla stagione 1974/75. Ha curato, dopo la scomparsa di Fiorenzo Carpi, le musiche di scena delle riprese degli spettacoli di Giorgio Strehler. Ha collaborato con Arturo Brachetti, Massimo Ranieri, Nanni Svampa, Marina Pagano, Nicola Piovani, con la Lindsay Kemp Company, con Abel Ferrara, Luis Bacalov, Maurizio Scaparro.












