Emergenza sangue in Sardegna, a fronte delle oltre 100 mila richieste all’anno l’isola riesce a soddisfare poco piú della metà del fabbisogno. Una situazione che rischia di precipitare con l’arrivo dell’estate, e comporta un costo di 6 milioni di euro per le casse regionali. Ma soprattutto danneggia la vita dei mille talassemici sardi che, a causa delle scarse riserve, arrivano stremati all’appuntamento ogni tre settimane con le trasfusioni. “Siamo stanchi dei soliti appelli grazie ai quali otteniamo risultati giusto per qualche settimana – il presidente dell’associazione Thalassazione, Ivano Argiolas – Abbiamo bisogno di donatori abituali che diventino una risorsa per il sistema sanitario. E poi per chi dona c’è il vantaggio di usufruire di controlli abituali gratuiti”.
Un problema che si ripete ogni anno d’estate e a ridosso delle festività natalizie. “Faccio appello ai sardi perché donino il sangue e ci aiutino – dice Argiolas – La nostra gente è molto generosa, ma il problema è che la richiesta di sangue in Sardegna è superiore rispetto ad altre regioni italiane, tra talassemici, come me, che assorbono 50 mila sacche di sangue all’anno, e altre urgenze”. Nell’isola servono in media 105 mila sacche di sangue ma in tutta la Regione si riesce a recuperarne circa 60. Il resto viene importato al costo esorbitante di 6 milioni di euro all’anno. “Soldi che potremmo risparmiare e investire nel nostro sistema sanitario”, aggiunge Argiolas. Il timore, inoltre, è che ci siano sempre piú donatori di una certa età. “Mancano donatori giovani – aggiunge il presidente di Thalassazione – Ricordo che può donare chiunque pesi più di 50 chili e sia in buona salute, anche i portatori sani di talassemia e i fabici: donare il sangue deve diventare un atto civico”.










