Una legge per la scuola per i prossimi venti anni, il tempo di un curriculum che va dalle primarie al master dopo laurea. Renato Soru, in un incontro molto partecipato al Liceo Siotto di Cagliari, insieme a presidi, insegnanti, rappresentanti sindacali e alunni, fissa un programma della scuola del futuro. L’istituzione scolastica è stata sempre è stata sempre prerogativa dello Stato e degli enti provinciali, ma è ora che la Regione se ne occupi e fissi precisi canoni per creare una grande infrastruttura, cui accedano tutte le componenti della società e si approprino di un luogo della conoscenza sempre aperto ed accessibile, dove si investa per creare spazi di condivisione e aggregazione, senza orari e in una prospettiva multidisciplinare, che coniughi l’antico col moderno, in una visione anche ricreativa. E’ la visione che divenne prassi nel 2006, con i laboratori didattici, con il Master and back, con il progetto Sardinia speak English e con le numerose innovazione apportate dal passato governo Soru, poi letteralmente bloccate nei governi successivi, che in gran parte hanno riportato il progetto scuola al margine degli investimenti e della costruzione evolutiva.
Ora Soru si ripromette di mettere al centro l’istruzione, che è alla base di ogni altro settore di intervento e ne costituisce il perno assoluto: istruzione che attinga alle radici dell’isola, che deve uscire dalle secche dell’arretratezza, già largamente diffuse anche altrove nelle capacità e nelle competenze secondo i dati Ocse- Pisa. Questo salto può avvenire soltanto investendo larghe risorse, creando strutture adeguate, accoglienti e aggreganti, per non disperdere il patrimonio culturale utile poi per qualsiasi altro progetto che porti l’isola oltre i confini e non la releghi ad un ruolo subalterno. Un progetto fattibile, secondo l’ex governatore Soru, purchè se ne scrivano le linee precise in una Legge regionale chiara e dirimente, chiunque la porti avanti, a patto che si definisca chiaramente l’obiettivo a cui attenersi rigorosamente e si riconosca il valore fondante della cultura, predominante su tutto.









