Una resa completa, incondizionata e su tutti i fronti. Dopo aver annunciato battaglie e strappi se il candidato presidente della Regione non fosse stato l’uscente Christian Solinas, segretario del Partito sardo d’Azione, dopo aver minacciato di presentarsi das oli al voto e aver ipotizzato il sostegno a Soru, il Psd’Az, scaricato ieri anche dalla Lega, si arrende a Giorgia Meloni che, per la Sardegna, ha voluto il suo fedelissimo sindaco di Cagliari Paolo Truzzu candidato presidente. “L’assenza di politica e di motivazioni politiche nelle iniziative finalizzate a cancellare la guida sardista della coalizione di governo dell’isola fa emergere in maniera ancor più marcata l’insostituibilità della politica sardista e l’unicità della nostra proposta programmatica, dei nostri valori e della nostra correttezza e lealtà. Il caso Sardegna ci dice quanto ancora c’è bisogno del glorioso Psd’Az per tutelare i diritti dei sardi”, ha detto il presidente Antonio Moro al consiglio nazionale a Oristano. Solidarietà a Solinas per le ultime vicende giudiziarie è stata espressa con un lungo applauso e una standing ovation: il governatore uscente si è detto disponibile al passo indietro pur di portare avanti il progetto politico iniziato 5 anni fa, quando dopo 40 anni da Mario Melis i sardisti sono tornati alla guida della Regione.
Un rientro nel centrodestra per il quale ora il Psd’Az ha un margine di trattativa molto ridotto rispetto alle scorse settimane, anche per gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria in cui Solinas è indagato per corruzione, con il clamoroso sequestro di beni mobili e immobili da 350mila euro che coinvolge anche il suo consulente Christian Stevelli e il suo fedelissimo uomo ombra Nanni Lancioni.











