“Solinas, noi fiorai siamo disperati: facci lavorare per Ognissanti e non chiudere la Sardegna”

L’ombra del lockdown non fa dormire sonni tranquilli a molti lavoratori. Antonello Scalas, 34 anni, di Uta: “Ho venduto fiori solo per tre matrimoni, gli altri 22 sono saltati: ho già ordinato rose e tulipani spendendo migliaia di euro per il ponte dei morti, non gestisco mica un bar o un ristorante”


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L’ombra di un lockdown di almeno 15 giorni, (lo stop and go) di Solinas, annunciato ieri, fa tremare tanti lavoratori sardi. Tra loro c’è anche la categoria dei fiorai. Antonello Scalas, 34 anni, da nove ha una fioreria a Uta: “Comunioni saltate, appena 3 matrimoni su venticinque che avevo in agenda, dal lockdown di marzo a oggi ho venduto pochissimi fiori. Ho perso, come tutti i miei colleghi, tutta la primavera”, spiega Scalas. “Ho già ordinato gerbere, tulipani, rose e crisantemi dall’Olanda, solo il primo carico mi è costato quattromila euro. Se non li venderò sarà una rovina, Solinas non deve chiudere la Sardegna e deve darci la possibilità di lavorare per il ponte dei morti”, afferma, deciso, il trentaquattrenne.

“Ho sempre adottato tutte le misure anti contagio, gestisco una fioreria, non un bar o un ristorante. Nei cimiteri i controlli ci sono, non avrebbe senso bloccare tutto proprio a pochi giorni da un periodo dove, per fortuna, riusciamo sempre a fare buoni affari”.


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