Simona, capoturno 118 in lotta contro il Covid al Ss. Trinità: “Negazionisti, vergognatevi”

Polmonite bilaterale e ricovero a Is Mirrionis, Simona Cicala, 50enne volontaria nelle ambulanze, racconta il suo calvario: “Qui anche pazienti col ‘casco’ per respirare, i medici sono di un’umanità rara: penso a chi dice che il Covid non esiste e rabbrividisco” 


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Passeggia nei corridoi dell’Obi e poi, ogni tanto, si sdraia per recuperare sempre di più quelle forze indispensabili, insieme a terapie e cure somministrate da quel personale medico “di un’umanità rara” del Ss. Trinità di Cagliari che, da circa una settimana, stanno cercando di farla guarire dal Covid-19. Lei, Simona Cicala, 50 anni, volontaria 118 da tre e mezzo, capoturno nell’Alpha 54 Misericordia di Quartu Sant’Elena, lotta con tutte le sue forze per poter tornare a una vita normale e non in “coabitazione” con il virus: “Il 9 novembre, all’ospedale Marino, tampone positivo e Tac che ha riscontrato una polmonite bilaterale. Sono tornata a casa per curarmi con cortisone, cardioaspirina, zinco e gastroprotettore. Poi, però, febbre a 39, tosse e dolori atroci non sono passati e ho chiamato il 118. Da lunedì sono ricoverata”, racconta, direttamente dal suo letto nel reparto che, prima dell’emergenza, ospitava l’Ortopedia. Da volontaria 118 ne ha viste di cotte e di crude, la Cicala.
“Ma solo quando entri davvero nei reparti e noti la sofferenza dei pazienti e il grande lavoro di medici, infermieri e Oss, puoi capire davvero cosa è il Coronavirus. Ci sono persone che indossano il ‘casco’ per respirare, io sono più fortunata ma ho ancora forte tosse e solo da un paio di giorni si sono un po’ ‘allentati’ i dolori alla schiena”.
La cinquantenne sceglie di raccontare il suo calvario anche per lanciare un messaggio al mondo esterno, soprattutto a chi non considera il virus preoccupante o, peggio ancora, ne nega l’esistenza: “Negazionisti, vergognatevi. Fate una cosa: entrate negli ospedali e visitate reparti, ma senza guanti, visiere e mascherine, ovviamente. Poi ne riparliamo”, dice la 50enne. “Questo virus è subdolo e massacrante. Oggi farò un nuovo tampone, mi auguro che l’esito sia negativo. So che sto combattendo per la mia vita”.


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