“Parte” del riscatto pagato per la liberazione di Silvia Romano “servirà a comprare armi di cui abbiamo sempre più bisogno per portare avanti la jihad”. Lo ha detto in un’intervista a la Repubblica Ali Dehere, portavoce del gruppo terrorista Al Shabaab, nelle cui mani la giovane cooperante italiana è rimasta 18 mesi. “Il resto”, continua il portavoce, “servirà a gestire il Paese: a pagare scuole, comprare cibo e medicine che distribuiamo al nostro popolo, a formare i poliziotti che mantengono l’ordine e fanno rispettare le leggi del Corano”.












