Lo avevano annunciato e così è stato: 8 ore di protesta pacifica in cui si ringrazia l’azienda per i lavori di ammodernamento dei forni del termovalorizzatore ma si fa notare che le tempistiche, che si protraggono per la realizzazione dell’opera, potrebbero compromettere le indennità spettanti.
Con una nota diffusa ieri si specifica che “l’Azienda non programma nessun investimento su altri impianti quali il rotante, il trattamento rifiuti industriali, impianto di selezione, smaltimento fanghi e reparto acque terziario e linee depuratore con il rischio concreto di possibili dismissioni e criticità e incertezze sul futuro occupazionale e riflessi sulla diminuzione del valore economico generale della produzione” spiegano FIOM, CGIL, FIM, CISL, RSU TECNOCASIC.
“Ha avviato da tempo diverse riorganizzazioni aziendali nei vari reparti assegnando nuovi incarichi, attribuendo livelli economici e professionali e attuando spostamenti di personale in maniera generalizzata, il tutto senza un percorso di consultazione seria e costruttiva con la RSU ma procedendo unilateralmente ed in difetto relativamente all’ inquadramento contrattuale e della declaratoria professionale prevista dal CCNL metalmeccanici”.
Non solo: “La dirigenza aziendale dopo innumerevoli incontri continua, nonostante le molteplici proposte presentate, a rifiutare di fatto l’avvio di una trattativa sindacale sul rinnovo della contrattazione di secondo livello e del Premio risultato ancora ferme rispettivamente all’anno 2013 e 2006.
Con l’azionista unico (CACIP) nonché proprietario degli impianti nei vari incontri tenutesi con le Rsu e le Segreterie sindacali territoriali non hanno fugato le preoccupazioni per le conseguenze del mutamento del quadro normativo sulle società in house e gli assetti organizzativi che ne deriverebbero sul mantenimento della proprietà pubblica e la governance aziendale degli impianti.
Invitando l’Azienda ad aprire immediatamente un tavolo di confronto finalizzato a soluzioni condivise per il rilancio del Tecnocasic e per dare ai dipendenti le dovute garanzie occupazionali”.












