A difesa dei cinghiali di Spargi scende in campo anche Selvaggia Lucarelli. La nota giornalista, opinionista e blogger italiana: “Ma sì, oggi sbarchiamo sull’isola come marines e ammazziamo i cinghiali che vivono felici”. Non solo: condivide testimonianze di chi segnala come i turisti diano da mangiare agli animali selvatici. Migliaia di persone ogni giorno affollano la bellissima perla del nord Sardegna, abitata anche dai cinghiali che, ultimamente, sono al centro dell’attenzione, anzi del mirino, dei tiratori scelti per eseguire la condanna a morte degli ungulati. Decisione presa dalle istruzioni locali dopo il morso sferrato a un bambino nei genitali qualche giorno dopo ferragosto. Per l’incolumità dei vacanzieri si è decisa la mattanza, l’abbattimento degli esemplari che, avendo imparato a ricevere cibo dalle persone e individuando, nelle sacche e nelle borse appoggiate in spiaggia, un ottimo bottino culinario, non è raro vederli tra i bagnanti. Niente da fare, però, il morso al bimbo prevale su tutto, nonostante il dissenso da parte di più fronti, animalisti in testa.
“Crudeltà ignorante.
Nessun rispetto per la vita di altre specie ma gretta violenza gratuita e facile.
La soluzione – espone Lav Cagliari – ad una vicenda causata da un bambino che tormentava un animale e genitori indifferenti è sparare ed uccidere i cinghiali di Spargi. Ci si rende conto della vergognosa brutalità stupida del provvedimento?
Il reale svolgimento dei fatti tra l’altro è stato descritto da tanti testimoni in maniera totalmente contraria all’ufficialità che riportava di un bambino aggredito senza motivo.
Si crea allarme e si esasperano i fatti per poter arrivare strumentalmente a certe decisioni.
Gli animali non aggrediscono ma cercano il cibo che i turisti sbagliando forniscono loro.
Non esiste nessun pericolo sirboni ma turisti e bagnanti che devono essere educati al rispetto dell’ambiente e della fauna.
Si pensa di nascondere una cattiva gestione del parco a colpi di doppietta e contemporaneamente fare felici i fortunati che potranno sfogarsi sparando dove normalmente non si può cacciare.
Metodi non cruenti li abbiamo suggeriti noi ed altri tante volte.
Le immagini di questi cinghiali unici abitanti di un’ isolotto selvaggio e disabitato suscitano stupore ed empatia.
Questa bellezza e questa fortuna qualcuno non le coglie.
Ogni occasione è buona per un’offerta di sangue e morte all’ altare della doppietta.
Quest’isola è ostaggio di una lobby venatoria che influenza e condiziona le istituzioni a tutti i livelli proponendosi come soluzione a tutte le complesse situazioni problematiche che coinvolgono i selvatici.
Ogni anno cacciatori e pure non cacciatori in Sardegna vengono uccisi e feriti per incidenti venatori causati da cacciatori stessi. Chi ferisce ed uccide non sono i cinghiali”.













