Ha ricevuto la comunicazione da parte della banca della richiesta di presentazione delle carte per la verifica antiriciclaggio, ha spedito tutto dopo pochi giorni ma, dopo più di un mese, il suo conto corrente è bloccato. La titolare di una ditta di Selargius specializzata nel fotovoltaico, la Green Project Group srl (realtà nella quale le da una mano il marito) è disperata. Il suo conto è congelato e non può prelevare nemmeno un centesimo. Magari le verifiche hanno portato a scoprire qualche scorrettezza? No, anzi. Non sono proprio state fatte, stando a quanto spiega il legale della donna, Antonio Incerpi. Materiale da acquistare per fare installazioni di pannelli fotovoltaici e clienti da soddisfare: tutto impossibile. L’imprenditrice, una 45enne, è disperata. Racconta anche di avere cercato di cambiare istituto di credito: “Impossibile, perchè deve arrivare il via libera dalla banca nella quale si trovano i miei soldi, non possono nemmeno avere un libretto degli assegni. Una situazione che ha del clamoroso, un’azienda bloccata a causa di ritardi della banca. “Il 20 marzo la mia cliente ha riscontrato la impossibilità ad eseguire operazioni dispositive di qualunque genere sul conto. Ha richiesto informazioni presso la filiale, è stato risposto che il blocco dipendeva dalla mancata lavorazione dei documenti inviati per non meglio precisati, ed in ogni caso ingiustificabili, ritardi degli uffici competenti all’interno dell’istituto di credito”, spiega l’avvocato Incerpi, che ha inviato una email certificata con tanto di diffida alla banca, la Deutsche Bank, e per conoscenza alla Banca d’Italia.
“Appare superfluo rappresentare la totale illegalità di una situazione del genere che sta causando danni gravissimi all’attività della mia cliente che ha necessità di effettuare pagamenti e ricevere compensi dai clienti. Un ritardo di oltre 40 giorni è assolutamente ingiustificato ed ingiustificabile. Faccio presente che il provvedimento recante disposizioni attuative in materia di adeguata verifica della clientela, emanato dalla Banca d’Italia il 3 aprile 2015, sancisce che il blocco del conto corrente possa avvenire esclusivamente qualora il cliente non ottemperi all’invito entro 60 giorni dalla segnalazione della necessità di rinnovare i documenti. Nel caso di specie i documenti sono stati inoltrati con amplissimo margine sui 60 giorni e ciò nonostante il blocco è avvenuto lo stesso”. Da qui la diffida “a procedere con immediatezza e massima urgenza a ripristinare l’operatività del conto corrente”. In caso contrario, la battaglia legale in tribunale rischia di essere davvero dietro l’angolo, con tanto di richiesta di risarcimento dei danni.











