Selargius, genitori furiosi: “Campi chiusi, i nostri figli dopo la crisi del Covid non possono allenarsi e tornare a vivere”

L’ennesima protesta delle mamme dei giovani atleti della Libertas Campidano, i loro figli costretti a fare atletica per strada e nei parcheggi. Paola Erriu: “Mia figlia fa i salti in alto, domenica non potrà partecipare a una gara”. Patrizia Abis: “Lo sport è una valvola di sfogo per i nostri ragazzi, già provati tanto dai mesi del lockdown per colpa del virus”. Il presidente Simone Sirigu: “I genitori hanno attivato una raccolta firme per una petizione da portare al Comune, sono dalla loro parte: vogliamo sapere quando 600 giovani potranno tornare ad allenarsi”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Una protesta fatta di volti e nomi ben visibili, sono quelli dei genitori dei seicento atleti della polisportiva Libertas Campidano di Selargius, una delle tante società sportive che si trovano con il campo sbarrato sino a chissà quando, dopo le verifiche legate alla sicurezza ordinate dal Comune. Il sindaco Gigi Concu, proprio oggi, è tornato sul tema: ““In Abruzzo una bimba uccisa dalla porta di calcio crollata, prima la sicurezza. Ho ricevuto anche insulti, più o meno educati, ma pesano meno del macigno che avrei avuto sulla coscienza davanti a possibili incidenti nei nostri impianti. Continuiamo a lavorare per la riapertura, in sicurezza, dei nostri impianti”. Date sicure, però, non ce ne sono. E il prolungamento dell’apertura, sino alle 22, “del parco Lineare, di San Lussorio, piazza Maria Ausiliatrice, e del Parco dei bimbi e delle ambulanze (a Su Planu), per consentire l’utilizzo delle aree verdi agli sportivi e a tutta la comunità”, non soddisfa però tutti gli sportivi. E le mamme dei giovani atleti della polisportiva sono decise: “Abbiamo creato una petizione per chiedere tempi sicuri sulle riaperture. Raccoglieremo le firme in questi giorni e le porteremo, lunedì, al Comune”, dice Patrizia Abis, mamma di una giovane quattordicenne “che fa atletica, lancio del martello, da quando aveva sette anni. Deve allenarsi nel parcheggio esterno, non può mica fare lanci perchè colpirebbe le automobili, può solo fare corsa. È una mazzata ulteriore”, afferma, “i nostri ragazzi hanno sofferto già tanto per colpa del Covid e lo sport, per loro, è una valvola di sfogo. Chiudere improvvisamente gli impianti è inaccettabile”.
Le fa eco un’altra madre, Paola Erriu: “Mia figlia ha 14 anni, fa atletica da quando ne aveva sei. Aveva in programma una gara, domenica prossima, lei è bravissima nei salti in alto e non potrà partecipare perchè non si può allenare”, racconta, “il sindaco Concu poteva fare una deroga. Questo non è sport e non è rispetto per lo sport”. D’accordo anche il presidente della Libertas Campidano, Simone Sirigu: “Abbiamo 600 atleti, 540 federati e i restanti sessanta provenienti da enti di promozione sportiva. Siamo molto in difficoltà, l’amministrazione comunale promette tempi brevi ma non c’è la certezza. Firmerò anch’io la petizione, devo avere la possibilità di capire come programmare i prossimi mesi. Altri impianti? Quelli sardi sono tutti in condizioni pietose e a Cagliari, oltre a quelli privati, quindi a pagamento, del Cus e dell’Amsicora, c’è solo il campo Santoru in viale Diaz, sempre strapieno”.


In questo articolo: