Scuole chiuse a gennaio in tutto il sud Sardegna, l’ombra della serrata di tutti gli istituti e della didattica a distanza si è allungata nuovamente dopo la lettera dell’Igiene Pubblica dell’Ats spedita alla prefettura. Il prefetto Gianfranco Tomao l’ha inoltrata alla Regione Sardegna e all’assessorato regionale della Sanità, oltre che alla stessa Assl. La scelta finale? Non spetta di sicuro al numero uno di piazza Palazzo: “Non decido io, non ho nessun potere in merito a possibili provvedimenti in materia di igiene e sanità pubblica. Devono valutare la Regione e i vari sindaci”, spiega il prefetto a Casteddu Online, pochi minuti prima di spedire un comunicato stampa dove viene confermato l’invio della missiva all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu: “L’Ats ha manifestato preoccupazione per l’aumento dei casi di Covid-19, in particolare nella variante Omicron che si è registrata in ambito scolastico e il dirigente sanitario invita ad una valutazione circa l’opportunità di sospendere le attività didattiche in presenza nel mese di gennaio”. Da qui è stata chiesta “una valutazione in merito ai responsabili della sanità in ambito regionale, nonché di poter avere anticipatamente notizie sugli eventuali provvedimenti di competenza si ritenesse opportuno conseguentemente adottare”.
Ma Tomao non può firmare nessun ordine legato alla chiusura delle scuole: “La legge è chiara, la competenza è del ministero della Sanità, del presidente della Giunta regionale e dei sindaci. Le regioni, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, possono introdurre misure ulteriormente restrittive rispetto a quelle adottate in ambito nazionale, che possono riguardare anche le attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado. A me spetta l’esecuzione, tramite le Forze dell’ordine, del monitoraggio delle misure di contenimento per prevenire la pandemia da Covid”.











