Un bollettino di pagamento, infilato sotto i tergicristalli delle auto dei bagnanti che, nello scorso fine settimana, sono stati nella spiaggia di Porto Agumu, a Pula: quarantotto euro e spicci per “sosta vietata”, con tanto di numero di conto corrente al quale spedire il denaro. Peccato che sia tutto falso. La polizia Locale non ha fatto nessun verbale, la sosta è totalmente libera ed è chiaro che c’è qualche furbo che vuole guadagnare giocando sulla poca esperienza di ignari cittadini. A scoprire la truffa e lanciare l’allarme, contattando sia la caserma di Pula che la redazione di Castedddu Online, è Marcello Cossu. Sessantasette anni, residente ad Assemini, agente di polizia in pensione. Insomma, una persona che, visto il lavoro che ha svolto per decenni, non è facile da fregare: “Gli agenti mi hanno subito detto di non avere fatto nessuna multa, che il loro conto corrente è composto da numeri totalmente diversi e che quel bollettino non ha nessun valore”, spiega Cossu. Domenica pomeriggio, dopo qualche tuffo e un po’ di tintarella, ha notato il pezzo di carta sopra il vetro anteriore della sua automobile, a nome del “Comune di Pula, ufficio polizia Locale”.
“Era pieno di tagliandi, tutti identici, nei tergicristalli delle macchine parcheggiate. Non bisogna pagare nulla, anzi, chissà chi è lo sciacallo che sta tentando di fare cassa. Ricordo a tutti che, se non c’è un verbale compilato, la multa in automatico è inesistente”.