Scappa dal Sud Italia e si rifugia in Sardegna: “Ho subito maltrattamenti fisici e psicologici, ora, finalmente, sono serena e come me anche mia figlia”. Protagonista della vicenda è Maria, nome di fantasia, una giovane donna che ha denunciato il suo ex compagno ed è seguita dal centro antiviolenza locale.
Per proteggere la privacy della minore e la sicurezza della donna, l’ex compagno non è a conoscenza del luogo dove si trova, si può solo specificare che è nel Sud Sardegna che Maria ha trovato nuovamente la serenità che, per oltre un anno, è venuta a mancare. Come si legge nelle carte depositate dal suo legale e affidate alle forze dell’ordine, la denuncia riguarda una serie di maltrattamenti sistematici, quasi giornalieri in cui, oltre a comportamenti dissociati da un contesto familiare, spesso botte e insulti erano cagionati alla donna, anche in presenza del minore.
“Inizialmente la nostra relazione andava bene, abbiamo vissuto con sua madre e poi ci siamo trasferiti in un appartamento da soli, con la nostra bambina di pochi mesi” racconta Maria. “Però tutto è cambiato, lui è cambiato, usciva la mattina presto per andare al lavoro e rientrava nel tardo pomeriggio per poi uscire per i fatti suoi o con gli amici. Stessa cosa il fine settimana e, quando stava in casa, non mancavano i litigi che, spesso, si cocludevano con azioni violente da parte sua nei miei confronti. Ho allegato alla denuncia le prove che ho conservato, foto, registrazioni audio”. In particolar modo, i segni delle botte rimasti impressi nel corpo della donna. “Stavo male e come me anche mia figlia. Con una scusa, un inganno, sono riuscita a lasciare la casa dove vivevamo insieme e mi sono rifugiata in Sardegna. Sostenuta soprattutto da diverse persone a me care e familiari, ho trovato la forza di denunciare e mi sono affidata al personale del centro antiviolenza”. La sua voce trema quando racconta la sua storia, vorrebbe dimenticare tutto e concentrarsi solo sulla nuova vita e quella della bimba che, “da quando siamo qua ha imparato anche a parlare ed è decisamente più tranquilla”. L’ombra però di quanto accaduto la segue e, anche se protetta, la paura è costante e presente.
Ora attende l’iter giudiziario, appena avviato, con la consapevolezza che non sarà semplice, “anche perché il mio ex compagno ha messo in atto non poche manovre in cui vuole far ricadere le colpe su di me, in cui lui si mostra come vittima”. Sarà una strada lunga e difficile quella che attende la donna ma non si pente della sua scelta: “Lasciarlo e denunciarlo? Si, ho fatto la scelta giusta”.
La donna e la figlioletta sono seguite da una psicologa e specifica che “ho trovato la forza di denunciare solo una volta giunta in Sardegna, per sicurezza mia e, soprattutto, di mia figlia”.
Per proteggere la privacy della minore e la sicurezza della donna, l’ex compagno non è a conoscenza del luogo dove si trova, si può solo specificare che è nel Sud Sardegna che Maria ha trovato nuovamente la serenità che, per oltre un anno, è venuta a mancare. Come si legge nelle carte depositate dal suo legale e affidate alle forze dell’ordine, la denuncia riguarda una serie di maltrattamenti sistematici, quasi giornalieri in cui, oltre a comportamenti dissociati da un contesto familiare, spesso botte e insulti erano cagionati alla donna, anche in presenza del minore.
“Inizialmente la nostra relazione andava bene, abbiamo vissuto con sua madre e poi ci siamo trasferiti in un appartamento da soli, con la nostra bambina di pochi mesi” racconta Maria. “Però tutto è cambiato, lui è cambiato, usciva la mattina presto per andare al lavoro e rientrava nel tardo pomeriggio per poi uscire per i fatti suoi o con gli amici. Stessa cosa il fine settimana e, quando stava in casa, non mancavano i litigi che, spesso, si cocludevano con azioni violente da parte sua nei miei confronti. Ho allegato alla denuncia le prove che ho conservato, foto, registrazioni audio”. In particolar modo, i segni delle botte rimasti impressi nel corpo della donna. “Stavo male e come me anche mia figlia. Con una scusa, un inganno, sono riuscita a lasciare la casa dove vivevamo insieme e mi sono rifugiata in Sardegna. Sostenuta soprattutto da diverse persone a me care e familiari, ho trovato la forza di denunciare e mi sono affidata al personale del centro antiviolenza”. La sua voce trema quando racconta la sua storia, vorrebbe dimenticare tutto e concentrarsi solo sulla nuova vita e quella della bimba che, “da quando siamo qua ha imparato anche a parlare ed è decisamente più tranquilla”. L’ombra però di quanto accaduto la segue e, anche se protetta, la paura è costante e presente.
Ora attende l’iter giudiziario, appena avviato, con la consapevolezza che non sarà semplice, “anche perché il mio ex compagno ha messo in atto non poche manovre in cui vuole far ricadere le colpe su di me, in cui lui si mostra come vittima”. Sarà una strada lunga e difficile quella che attende la donna ma non si pente della sua scelta: “Lasciarlo e denunciarlo? Si, ho fatto la scelta giusta”.
La donna e la figlioletta sono seguite da una psicologa e specifica che “ho trovato la forza di denunciare solo una volta giunta in Sardegna, per sicurezza mia e, soprattutto, di mia figlia”.