Sardegna, soccorse 5 tartarughe marine nell’area protetta di Tavolara

Gli animali sono stati soccorsi tempestivamente grazie alle segnalazioni di cittadini e Forze dell’ordine e all’avvio di staffette, fra le varie istituzioni, che ne hanno consentito il rapido trasporto fino a uno dei centri di recupero presenti sul territorio sardo.


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Tutela delle Tartarughe marine in Sardegna, sale a 5, nel giro di una settimana, il numero di esemplari in difficoltà recuperati nelle acque dell’Area marina protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo.
Gli animali sono stati soccorsi tempestivamente grazie alle segnalazioni di cittadini e Forze dell’ordine e all’avvio di staffette, fra le varie istituzioni, che ne hanno consentito il rapido trasporto fino a uno dei centri di recupero presenti sul territorio sardo.
Le competenze sviluppate dagli operatori delle Aree marine protette, nel corso di tanti anni, hanno fatto sì che tante tartarughe fossero curate con buon esito presso i Centri di Recupero (ospedalizzazione e di primo soccorso) e, nel corso del medio lungo termine, rilasciate per proseguire la loro vita in natura.
I ritrovamenti degli ultimi giorni sono però un campanello d’allarme, come ci fa osservare il Direttore dell’AMP di Tavolara Augusto Navone: “ Tutti gli animali ritrovati sono vittime di catture accidentali con strumenti di pesca (lenze, ami, reti) abbandonati in mare”.
Le tartarughe soccorse appartengono alla specie Caretta caretta, la più diffusa nel Mar Mediterraneo. Sono diversi gli strumenti legali adottati per la loro protezione: la Convenzione di Berna – 1979, sul Commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione – CITES 1973, le Direttive Europee Habitat e Marine Strategy Framework.
Si tratta di rettili marini dal ciclo di vita complesso, sono migratori, si spostano in aree diverse del Mar Mediterraneo e per scopi diversi: sottocosta per alimentarsi o in spiaggia per depositare le uova. Questa spiccata vivacità per la frequentazione di ambienti eterogenei li rende estremamente vulnerabili alle trasformazioni ambientali.
Le tartarughe, rappresentano infatti, insieme ai mammiferi marini, le sentinelle della biodiversità da salvaguardare, la loro vitalità e resistenza alle lunghe e talvolta complicate degenze restituiscono il senso degli sforzi compiuti da chi collabora e opera a tutti i livelli: dal cittadino, alle Forze dell’ordine e alle AMP fino all’operatore scientifico.
Le istituzioni di tutela ambientale sono anche costantemente impegnate in quelle attività d’informazione e sensibilizzazione, rivolte ai cittadini nel territorio, sui temi della salvaguardia della biodiversità e degli ambienti naturali.


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